Cronaca locale

In piazza Duomo le cento moto che hanno fatto la storia

Piazza Duomo apre alle moto. Nessun dietrofront della giunta Pisapia in tema di viabilità, le strade del cuore di Milano restano vietate ai veicoli a motore, ma almeno per la giornata di domani consentiranno il transito e soprattutto la sosta di cento moto. Non moto qualunque, ma modelli costruiti tra il 1900 e il 1999. Saranno le protagoniste della mostra «Motocicletta del Novecento», riedizione condensata di quelle ospitate tra il 1998 e il 2001 dai Guggenheim di New York, Bilbao e Chicago. Con alcune sostanziali differenze: il tutto sarà concentrato nell'arco di poche ore, dalle 9 alle 19 e la mostra sarà interattiva, nel senso che i proprietari delle moto saranno a disposizione di appassionati e curiosi non solo per raccontare freddi dati tecnici, ma anche aneddoti e curiosità. E il tutto sarà completato dall'esclusiva sede scelta, tra l'Arengario e il lato sinistro della cattedrale.
Per l'occasione, gli organizzatori del Cmae (Club Milanese Automotoveicoli d'Epoca) e del Gruppo Motociclistico Lavanderie di Segrate hanno selezionato i modelli più significativi di un secolo nel quale la motocicletta è nata e si è sviluppata fino a raggiungere altissimi livelli tecnologici. L'attenzione è concentrata in particolare sui veicoli nati prima del secondo conflitto mondiale, molti dei quali realizzati da marchi che non sono sopravvissuti alle crisi e alle mode del mercato. Si tratta di moto provenienti da collezioni private o da musei, che solo in rare occasioni sono mostrate al pubblico. Alcune di queste sono state accuratamente restaurate e riportate all'aspetto originale del momento nel quale sono uscite dalla fabbrica, altre sono semplicemente conservate. Queste ultime hanno un fascino particolare, perché lasciano percepire il peso del tempo, tuttavia sono in perfette condizioni meccaniche e funzionanti.
Sarà l'occasione per vedere per la prima volta veicoli considerati ormai in via di estinzione, come le Moto Guzzi Normale e Norge, il triciclo DeDion Buton, le prime Gilera e Garelli, o le rarissime Indian, FN, Megola e Mars, ma anche per rivedere alcune vecchie conoscenze.

Come il Ducati Cucciolo, il micromotore ausiliario che trasformava le biciclette in ciclomotori e ha contribuito a velocizzare gli spostamenti degli italiani dopo la guerra, fino a passare il testimone ai due scooter più celebri, Vespa e Lambretta.

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