Politica economica

"Serve un Patto fiscale". L'asse Meloni-commercialisti per semplificare la burocrazia

La premier Meloni si è rivolta ai commercialisti invitandoli a scrivere con il governo il nuovo patto fiscale: critica dai sindacati ma le repliche non si sono fatte attendere. Salvatore Regalbuto, Tesoriere del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti, illustra a Il Giornale.it gli obiettivi da raggiungere e le prospettive

Patto fiscale, la replica dei commercialisti ai sindacati con gli obietti da raggiungere

Parole chiare e di piena fiducia quelle pronunciate dalla premier, Giorgia Meloni, all'assemblea degli Stati Generali dei Commercialisti dove ha sottolineato l'importanza di queste figure professionali per arrivare a un nuovo patto fiscale dal momento che i commercialisti "hanno tutte le competenze necessarie per aiutare il decisore politico, affiancarlo nella definizione di norme spesso molto tecniche e nel processo di semplificazione della burocrazia, dove possibile, perché anche questo va fatto".

La critica dei sindacati

Incredibilmente, però, i sindacati già contrari al Decreto del Lavoro, hanno criticato apertamente la naturale investitura a questa categoria di professionisti. "Non so se le persone più adatte per parlare di un patto fiscale siano i commercialisti", ha affermato Maurizio Landini, leader della Cgil, rincarando poi la dose. "Banalmente, sarebbe utile cominciare a parlare con quelli che le tasse le pagano". Provocatorio, invece, Pierpaolo Bombardieri della Uil secondo il quale per introdurre la flat tax si dovrebbe dare "ai lavoratori dipendenti e ai pensionati tutto quello che c’è in busta paga, abolendo il sostituto d’imposta...".

La risposta dei commercialisti

Immediata e giustamente stizzita la replica di Ebano De Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei Commercialisti, che ha definito le parole di Landini "letteralmente sbalorditive". In esclusiva per il Giornale.it abbiamo chiesto il parere di quanto accaduto a Salvatore Regalbuto, Tesoriere del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed esperti contabili con delega all’area fiscalità. "Le parole del segretario Landini le abbiamo ritenute totalmente inopportune, sconsiderate. Se non si supera questa dicotomia medievale, che le tasse le paga uno piuttosto che un altro, non andiamo più avanti. Dobbiamo pensare al Paese". È chiaro, poi, che se si vuole parlare di riforma fiscale, "i commericalisti sono la parte principale con cui condividere questi obiettivi, siamo quelli che quoridianamente applichiamo le norme e ne conosciamo pregi, difetti e virtù", ha sottolineato Regalbuto.

Gli obiettivi da raggiungere

L'evento del 4 maggio è stato considerato "storico per la nostra categoria" ha specificato Regalbuto dal momento che all'assemblea del Centro dei Congressi di Roma erano presenti il Presidente del Consiglio, cinque ministri, due sottosegretari e un alto numero di parlamentari. La riunione congressuale è stata un momento per "rivendicare la necessità che ha questo Paese di avere norme fiscali più eque ed efficienti. Ricevere queste parole sgradevoli con l'affermazione che la riforma va fatta con chi le tasse le paga equivale a dire che ieri c'era una platea di gente che le tasse non le paga", ha sottolneato il Tesoriere al nostro giornale. "Ha perso un'occasione per tacere: i commercialisti in media dichiarano un reddito di 68mila euro con la media nazionale di 22mila euro, quindi i commercialisti pagano le tasse tre volte di più rispetto alla media".

A Salvatore Regalbuto abbiamo chiesto gli obiettivi delle prossime settimane e ci ha spiegato che si trovano già, in larga parte, all'interno della legge delega per le norme che riformeranno il sistema tributario: essi si basano sulla tutela dei contribuenti e su tutta una serie di riforme, dall'Irpef all'Irap ma anche a una riforma del sistema dell'accertamento delle sanzioni "perché oggi a volte minano la sopravvivenza di chi, a volte, è inciampato e va aiutato a rialzarsi. Chi si comporta al di fuori delle regole in maniera palese deve essere perseguito con il contrasto all'evasione fiscale".

Le prospettive

Nella giornata di ieri il viceministro all'Economia, Maurizio Leo, ha spiegato che la legge delega sarà varata in Parlamento prima della pausa estiva. "Da quel momento partirà la stagione dei decreti attuativi, tutte quelle che sono le singole direttive della legge delega diventeranno norme operative - ha sottolineato il Tesoriere - Adesso ci sarà la discussione parlamentare e per ogni singola materia prenderanno il via i decreti. Tutto questo va fatto con la massima convergenza possibile".

L'incontro di ieri agli Stati Generali, conclude Regalbuto, ha messo in evidenza come "da parte della presidente Meloni, dal sottosegretario Mantovano e da tutti i ministri c'è stata un'altissima apertura a seguire il progetto di riforma del sistema tributario nell'interesse del paese che ha necessità di una riforma fiscale".

Commenti