Politica estera

"Avete ucciso Navalny", "Questione interna". Russia sotto accusa, alta tensione al G20

Momenti di tensione diplomatica al vertice in Brasile. David Cameron accusa il ministro russo Lavrov sul caso Navalny. Lui tace, poi in conferenza stampa si sfoga: "Reazione isterica dell'Occidente. Russia rifiuta indagine internazionale"

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La morte di Alexei Navalny è arriva fino a Rio de Janeiro, tra i tavoli della riunione dei ministri degli Esteri del G20. Durante il meeting in Brasile, la misteriosa scomparsa dell'attivista anti-Putin è stata portata all'attenzione dai rappresentanti di alcune delegazioni partecipanti, che hanno chiesto chiarimenti al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, presente ai lavori. Secondo quanto riferito a un ristretto gruppo di media internazionali dall'Alto rappresentante dell'Unione europea, Josep Borrell, l'emissario del Cremlino sarebbe tuttavia "rimasto in silenzio". E in più occasioni avrebbe evitato con i colleghi dei Paesi ritenuti in questo momento più ostili alla Federazione Russa.

Il delicatissimo argomento pare abbia provocato anche momenti di particolare tensione diplomatica. Stando a quanto riportano fonti di stampa d'oltremanica, il ministro degli Esteri ed ex primo ministro britannico David Cameron ha ad un tratto accusato i russi di aver "assassinato" Navalny. Cameron ha così approfittato del vertice a Rio de Janeiro per confrontarsi sul caso con la rappresentanza russa e ha riferito che i colleghi di Francia, Canada e Germania si sono uniti a lui nel sollevare la questione e nell'esternare la convinzione che il Cremlino sia coinvolto nella morte del dissidente, avvenuta la settimana scorsa nella colonia penale siberiana dove l'attivista stava scontando una pena di diciannove anni.

Sergei Lavrov - riferiscono le cronache - si è rifiutato di incrociare il suo sguardo di chi lo incalzava e ha invece guardato il suo telefono. Allo stesso modo, il ministro russo e il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, non si sono parlati né guardati sebbene sedessero a pochi metri di distanza l'uno dall'altro durante la riunione. A rendere il clima particolarmente inadatto ai convenevoli, l'ancora aperta questione ucraina ma anche il più recente caso di Navalny, a seguito del quale il presidente Usa Biden aveva nelle scorse ore insultato Putin definendolo "pazzo figlio di p...".

Il silenzio di Lavrov sulla vicenda del dissidente russo si è però interrotto poco dopo. Intervenendo in una personale conferenza stampa, l'emissario del Cremlino si è pronunciato sulla questione accusando l'Occidente di aver avuto una "reazione isterica". Si tratta di "un affare interno russo", ha aggiunto. Poi, contestando quella che ha definito "arroganza" occidentale, Lavrov ha detto che Mosca "rifiuta una indagine internazionale" sulla morte di Navalny. "Rifiutiamo un'indagine internazionale sulla sua morte. Ci pensiamo da soli. Queste sono forme di neocolonialismo", ha attaccato il ministro di Putin, respingendo le accuse sulla morte dell'attivista con una serie di insinuazioni.

"Non si sa nulla di quanto accaduto mentre si trovava in Germania, in attesa dell'assistenza medica", ha concluso Lavrov.

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