Politica estera

"Condanniamo la guerra". La maggioranza del G20 contro la Russia

Nella dichiarazione finale del G20 di Bali si legge che gran parte dei membri condanna fermamente la guerra in Ucraina: ecco il contenuto del documento congiunto

"Condanniamo la guerra". La maggioranza del G20 contro la Russia
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Cala il sipario sul G20 di Bali. I leader presenti in Indonesia hanno approvato la dichiarazione finale con la quale, quasi tutti, hanno condannato la guerra in Ucraina e riconosciuto che il conflitto in corso sta minando l’economia globale. Il testo del documento non è cambiato di una virgola e rispecchia la bozza diffusa nelle ultime ore. Dal punto di vista tecnico, invece, il presidente indonesiano, Joko Widodo, ha consegnato il martello con cui il presidente di turno guida le riunioni dei summit nelle mani del primo ministro indiano, Nerendra Modi. Il testimone passa adesso all'India, che a breve assumerà la presidenza del G20 e ospiterà l'edizione 2023 del summit.

La dichiarazione finale del G20

I riflettori sono puntati sulla dichiarazione finale del G20. Le venti principali economie mondiali hanno condannato la guerra in Ucraina e, sempre in questo testo congiunto, ribadito che "l'uso o la minaccia di usare armi nucleari è inammissibile". Scendendo nei dettagli, la maggioranza dei Paesi è concorde nell’affermare che il conflitto ucraino stia causando "immense sofferenze umane ed esacerbando le fragilità esistenti nell'economia globale" .

In che modo? Limitando la crescita, aumentando l'inflazione, interrompendo le catene di approvvigionamento, aumentando l'insicurezza energetica e alimentare ed elevando i rischi per la stabilità finanziaria.

È stato inoltre precisato che "esistono altri punti di vista e diverse valutazioni della situazione e delle sanzioni" ed è stato riconosciuto che il G20 non è la sede per risolvere le questioni di sicurezza. In ogni caso, i presenti hanno rimarcato come le questioni di sicurezza possono avere conseguenze significative per l'economia globale.

Guerra ed economia

I due temi principali contenuti nella dichiarazione finale sono, ovviamente, la guerra in Ucraina e la situazione economica internazionale. Per quanto riguarda il conflitto, è emersa una maggioranza schiacciante, tra l’altro già emersa in altre sedi.

"Abbiamo ribadito le nostre posizioni nazionali espresse in altre sedi, tra cui il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che, nella Risoluzione n. ES-11/1 del 2 marzo 2022, adottata a maggioranza (141 voti favorevoli, 5 contrari, 35 astensioni, 12 assenti) deplora con la massima fermezza l'aggressione della Federazione Russa contro l'Ucraina e richiede il suo ritiro completo e incondizionato dal territorio dell'Ucraina", si legge nel terzo punto della dichiarazione.

Sul fronte economico, le Banche centrali dei Paesi del G20 continueranno a coordinare gli interventi volti a inasprire le loro politiche monetarie per limitare l'elevato livello d'inflazione, pur essendo consapevoli della necessità di limitare le "ricadute transnazionali". I Paesi membri hanno anche ribadito il loro impegno a evitare un'eccessiva volatilità dei tassi di cambio, pur riconoscendo che "molte valute si sono mosse in modo significativo" quest'anno.

Dalla tensione alla distensione

Mentre era in corso il summit la Russia stava bombardando a tappeto l’Ucraina, in uno dei bombardamenti più massicci dall’inizio del conflitto. Durante l’offensiva è stato colpito il villaggio polacco di Przewodov, a pochi chilometri dal confine, e due persone sono rimaste uccise. In un primo momento si pensava che la Russia volesse colpire il territorio di un paese Nato.

Joe Biden ha perfino convocato una riunione d'urgenza dei leader del G7 e della Nato presenti al summit. Sarà poi lo stesso Biden, poche ore dopo, a imboccare la strada della prudenza e a chiarire che "è improbabile che i missili" che hanno colpito la Polonia siano partiti dalla Russia.

Ma nella primissima mattinata le notizie sono ancora frammentarie e confuse. Si teme il peggio. Con il passare delle ore, tuttavia, la tensione si affievolisce, le smentite di Mosca e le parole di cautela di Biden sembrano allontanare l'ipotesi di uno scontro frontale.

Il vertice, la cui agenda inizialmente viene stravolta dalle notizie in arrivo dall'Europa, riprende la routine del programma previsto.

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