Politica estera

Elezioni in Baviera e Assia: in Germania paura per l'Afd e Scholz ora trema

Il partito di estrema destra cresce in tutto il Paese, mentre i partiti della coalizione di governo arrancano. A pesare sull'esecutivo sono la crisi economica e la gestione della politica migratoria

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Le elezioni in Baviera e Assia sono un vero e proprio stress test per il governo di Olaf Scholz. Il partito di estrema destra Alternative für Deutschland sale nei sondaggi a livello nazionale, attestandosi tra il 21 e il 23%, superando nettamente i membri della “coalizione semaforo”. La formazione del cancelliere, l’Spd, oscilla tra il 18% e il 16%, di poco sopra ai Verdi che si fermano al 14%, mentre il Partito liberale rimane al 5%. Il voto è anche un’occasione per definire il sentimento del popolo tedesco verso il partito nazionalista che, a giugno, ha ottenuto il suo primo consiglio distrettuale nella città orientale di Sonnenberg, nello Stato della Turingia. Il momento di difficoltà economiche e incertezza politica che la Germania sta attraversando potrebbe favorirne la diffusione anche all’esterno dei suoi capisaldi nell’ex Ddr.

In Assia, länder nella parte centro-occidentale del Paese, il candidato di AfD Robert Lambrou sostiene che sono tre i problemi che spingono gli elettori verso il suo partito: il livello di istruzione, la situazione del traffico e, primo tra tutti, l’immigrazione. “È necessaria la volontà politica di fermarla e non la vediamo negli altri partiti. Molti cittadini la vedono allo stesso modo. La gente è fortemente delusa dal governo”, ha commentato Lambrou. I dati sembrano confermare la sua versione: in un sondaggio di fine luglio, solo il 19% dei tedeschi ha dato un parere positivo riguardo all’esecutivo.

Scholz ha provato a mettere una pezza alla sua poca credibilità interna per quanto riguarda la questione migratoria ingaggiando uno scontro diplomatico con l’Italia, con la sospensione della valutazione delle richieste d’asilo provenienti dal nostro Paese e il finanziamento di tre Ong nel Mediterraneo. Contemporaneamente, ha stretto accordi con Polonia e Repubblica Ceca per limitare l’arrivo di immigrati dalla rotta balcanica. Il suo passo indietro al Consiglio europeo di Granada, però, ha fermato sul nascere un possibile rialzo della sua coalizione nei sondaggi. Sempre più osservatori e media tedeschi ora giudicano l’inasprimento della retorica anti-immigrazione di tutti i partiti come un tentativo malriuscito di arginare la "pecora nera" AfD.

Critiche al governo “semaforo” arrivano anche dalle banche, che puntano il dito contro le sue politiche, affermando la necessità di un cambiamento strutturale per evitare lo scivolamento dell’opinione pubblica verso la destra estrema. “Per molto tempo siamo stati abbastanza in forma e forse ci siamo adagiati sugli allori. Non siamo stati pronti a modernizzarci e ad affrontare i cambiamenti necessari”, afferma alla Cnbc l’amministrazione delegato di Commerzbank Manfred Knof. “Penso che un vero piano in questo senso potrebbe far riguadagnare elettori”. Anche il presidente emerito dell’istituto di ricerca economica Ifo Hans-Werner Sinn è fortemente critico nei confronti l’esecutivo di Scholz, in particolare per quanto riguarda l’eccessiva focalizzazione sulle politiche green: "Questo è un chiaro contraccolpo, le persone si stanno spostando verso destra. Alcune politiche sono state sovradimensionate per ragioni ideologiche.

Credo che nella politica attuale manchi un po’ di pragmatismo”.

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