Politica estera

Trionfo della destra in Cile: altro flop del presidente progressista Boric

Le elezioni per la costituente sanciscono l'ascesa del leader ultra-conservatore Jose Antonio Kast, il "Donald Trump cileno". Il Paese sudamericano vira a destra, batosta per Boric

Il presidente cileno Gabriel Boric.
Il presidente cileno Gabriel Boric.
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Smacco per il governo di sinistra in Cile. Il Partito Repubblicano, guidato dall'ex candidato presidenziale conservatore José Antonio Kast, ha ottenuto quasi il 35% dei voti nelle elezioni per la Costituente svoltesi nella giornata di domenica 7 maggio: il 20% dei voti è invece andato alla coalizione dei partiti della destra "tradizionale", mentre la coalizione di sinistra del presidente Gabriel Boric si è fermata al 29%. La destra, secondo le proiezioni, dovrebbe avere ben 33 seggi su 50 nel Consiglio costituzionale incaricato di redigere una nuova carta. Una cifra al di sopra della maggioranza dei tre quinti necessaria per approvare gli articoli che comporranno la nuova carta costituzionale, secondo quanto riportato da DecideChile. "Oggi è il primo giorno di un futuro migliore, un nuovo inizio per il Cile", ha detto Kast durante un discorso a Santiago. "Il Cile ha sconfitto un governo fallito". Gli elettori decideranno se sostenere o bocciare la nuova carta proposta in un referendum nazionale che si terrà il 17 dicembre 2023.

Chi è Jose Antonio Kast, il Donald Trump cileno

Per José Antonio Kast, 57enne leader del Partito Repubblicano, formazione di destra ultraconservatrice, si tratta di una rivincita dopo la sconfitta delle elezioni presidenziali del 2021, in cui perse al secondo turno proprio contro la sinistra di Boric. Una doppia vittoria perché non solo il suo Partido Republicano ha sconfitto Boric e affossato definitivamente il suo tentativo di riscrivere la costituzione in chiave progressista e ultra-ecologista, ma ha anche eclissato i partiti della destra tradizionale come Renovación Nacional - guidato dall'ex presidente Sebastián Piñera - e l'Unione Democratica Indipendente, il suo ex partito ora guidato da Juan Antonio Coloma.

L'ascesa dei repubblicani e del magnate multimilionario spiana la strada a una nuova candidatura alla presidenza di Kast, nel 2025. Ma chi è Kast? L'avvocato 57enne, cattolico e padre di nove figli, è stato paragonato in passato all'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro e a Donald Trump. La sua è una destra identitaria, che sposa posizioni molto dure nei confronti dell'immigrazione e della criminalità. Il leader dei repubblicani non ha mai nascosto la sua ammirazione per Augusto Pinochet: "Se lo avessi incontrato ora, avremmo preso una tazza di tè a La Moneda (palazzo presidenziale)". "Ci definiscono intolleranti ed estremi, perché diciamo la verità e diciamo le cose a testa alta. A differenza della sinistra, non abbiamo mai appoggiato la violenza", ha affermato Kast durante la campagna elettorale del 2021.

José Antonio Kast
Il leader del Partido Republicano, José Antonio Kast.

Fallisce il tentativo della sinistra di riscrivere la Costituzione

Nel 2019, in Cile, i manifestanti scesero in piazza per mesi per chiedere miglioramenti nel campo della sanità, dell'istruzione, oltre a pensioni e stipendi più alti. Sull'onda di quel malcontento, alle elezioni generali del novembre 2021, al secondo turno, trionfò la sinistra rappresentata da Gabriel Boric, che sconfisse proprio il leader del partito repubblicano José Antonio Kast. Da allora, il presidente di sinistra ha raccolto solo sconfitte: oltre a quella delle elezioni di domenica, lo scorso settembre - con oltre il 60% dei "no" - i cileni hanno bocciato senza appello la nuova costituzione promossa proprio da Boric.

Secondo la maggioranza dei cileni, infatti, il testo redatto dalla sinistra al governo era "troppo radicale", e comprendeva, oltre al diritto all'aborto - in uno dei Paesi più religiosi al mondo - l'obbligo per legge di garantire alle donne almeno il 50% delle posizioni nelle istituzioni. Una costituzione "gretina" che avrebbe imposto limiti all'estrazione di rame e litio, in un Paese che è terzo al mondo per riserve di litio, con 9,6 milioni di tonnellate, con potenziali conseguenze nefaste per l'economia. "I cattivi risultati per il governo hanno a che fare con la cattiva gestione di Boric e la sua incapacità di prendersi cura dei problemi quotidiani delle persone", ha spiegato a Bloomberg Kenneth Bunker, analista politico presso la società di consulenza Politico Tech Global. "Oggi le persone sono molto più preoccupate per la sicurezza, l'immigrazione e l'economia", ha aggiunto.

Il Cile vira così a destra, mentre la sinistra di Boric è sotto shok per l'ennesima sconfitta.

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