Politica estera

Non solo il figlio Hunter: ora anche i fratelli inguaiano Biden: cosa rischia il presidente

Un articolo del Wall Street Journal svela gli affari dei fratelli del presidente Biden, James e Francis, assieme al figlio Hunter. Ecco la nuova tegola sul presidente

Non solo il figlio Hunter: ora anche i fratelli inguaiano Biden: cosa rischia il presidente

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A Washington in pochi contestano a Joe Biden le credenziali da family man con radici nella classe operaia della Pennsylvania. Caratteristiche che nel 2020 lo hanno portato alla vittoria in Stati chiave del midwest, eccezion fatta per l’Ohio, e alla conquista della Casa Bianca. La corsa ad un secondo mandato appare però in salita per il presidente democratico che vede i suoi avversari attaccare i legami di famiglia per danneggiarlo politicamente.

A finire sotto accusa e al centro delle indagini in corso per l’impeachment annunciato da Kevin McCarthy, lo speaker repubblicano della Camera destituito poche ore fa, sono soprattutto gli affari milionari condotti dal figlio del presidente, Hunter Biden. Il sospetto su cui il partito dell’elefante cerca di fare luce è se il padre sia intervenuto per facilitare le fortune economiche di un membro della sua famiglia in particolare nel periodo, dal 2009 al 2017, in cui ricopriva l’incarico di vicepresidente nell’amministrazione Obama.

Anni di inchieste non hanno portato a galla elementi che possano incriminare l’attuale presidente e i commentatori politici si chiedono cosa possa emergere di inedito dalle sedute al Congresso per l’impeachment. La procedura, avviata da McCarthy anche per provare a sedare gli animi della fazione più intransigente del suo partito sotto l’influenza di Donald Trump, si concentrerà su accuse di “abuso di potere, intralcio e corruzione” nei confronti di Biden ma è improbabile che possa portare al risultato sperato dai repubblicani: la rimozione dall’incarico di presidente.

Un obiettivo collaterale all’avvio delle audizioni a Washington però è già stato raggiunto. Spostare l’attenzione degli elettori dai guai legali del tycoon e instillare il dubbio che il vecchio Joe abbia qualcosa da nascondere. Ad aggiungere carne al fuoco è arrivata la pubblicazione negli scorsi giorni di un’inchiesta del Wall Street Journal che accende i riflettori sugli affari dei fratelli minori del presidente, James e Francis Biden.

Il quotidiano economico ha raccolto interviste e consultato documenti pubblici che dimostrerebbero come i due fratelli abbiano cercato di sfruttare i loro legami di famiglia per concludere accordi economici. Il Wall Street Journal chiarisce che il presidente non ne avrebbe beneficiato in prima persona e riconosce che non esistono leggi che vietino a famiglie così in vista di utilizzare il proprio cognome per farsi largo nel mondo del business.

Diversi sono comunque gli affari opachi citati dal quotidiano economico, non sempre peraltro andati a buon fine. Un esempio è il progetto che ha coinvolto James Biden che prevedeva la costruzione di 100mila strutture abitative in Iraq durante gli anni in cui il fratello era il vicepresidente e seguiva da vicino il dossier mediorientale. Il nome di Hunter, il figlio problematico di Joe già al centro del ciclone per la sua nomina nel 2014 di membro del consiglio di amministrazione della società energetica ucraina Burisma, ricorre spesso nell’articolo del Wall Street Journal. Si evidenzia infatti il suo ruolo di socio dello zio James, da lui considerato il suo migliore amico. Viene poi ricordata la pubblicazione nel 2020 di documenti bancari che mostrano transazioni superiore al milione di dollari a favore di una società di consulenza guidata da James da parte della compagnia petrolifera cinese CEFC China Energy. Frank Biden era invece solito interrompere incontri di lavoro dicendo che doveva rispondere al telefono al “Big Guy”, un riferimento a Joe.

Un portavoce di James Biden ha dichiarato che il suo assistito “è imprenditore da più di 50 anni e si è sempre comportato eticamente in tutti i suoi rapporti di affari”. Sulle telefonate che spesso arrivavano durante i meeting dei fratelli e del figlio, i funzionari della Casa Bianca sottolineano l’abitudine del presidente di chiamare con frequenza i suoi familiari per assicurarsi che stiano bene.

I repubblicani sanno che il “traffico di influenze“ che sembra aver interessato la famiglia Biden non sarà sufficiente a garantire l’esito positivo dell’impeachment ma puntano a ricreare le condizioni della campagna presidenziale del 2016. La candidata democratica Hillary Clinton perse in alcuni Stati decisivi anche perché attecchirono nell’elettorato gli slogan “Hillary corrotta” e “Mandatela in prigione”.

Una strategia che, ieri come oggi, il tycoon vuole ripetere con il vecchio Joe.

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