Politica estera

I voti si contano ma la democrazia è un'altra cosa

La farsa dello Zar

I voti si contano ma la democrazia è un'altra cosa

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I voti si contano ma la democrazia è un'altra cosa

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Vladimir Putin gode di un radicato e profondo consenso popolare. Non è una cosa affatto anomala per un dittatore. Non avrebbe neppure bisogno di sbandierare i suoi voti e di mettere in piedi elezioni dal sapore grottesco. Gli basterebbe continuare a imporre il potere che ha. I russi in maggioranza per un motivo o per l’altro continuano a scegliere Putin. C’è chi lo fa per orgoglio nazionale, perché sogna una Russia grande potenza mondiale come ai tempi dell’Unione Sovietica. C’è chi considera naturale quel modello che rinnega la libertà individuale. C’è chi sta con Pu tin perché ha paura dell’altro e allora chiede sempre più dosi di sicurezza, di ordine, di leggi speciali e pazienza se i soliti spiriti inquieti e indisciplinati finiscono la loro vita in carcere. Ci sono poi quelli che sinceramente si fidano di quello che sentono, leggono, vedono su tutti i mezzi di comunicazione. Mosca ha una schiera di oracoli e quelli che non si allineano li ammazzano. C’è chi abbraccia Putin per fede ortodossa. C’è chi sta con Putin perché odia gli ucraini e gli americani. C’è chi dice di stare con lui per paura e fa compagnia alla larga palude che di quello che succede al Cremlino semplicemente se ne frega.

C’è chi sta con Putin perché Putin è il potere.

Il consenso verso lo zar quindi esiste. La Russia però non è una democrazia. Non lo è perché non ne incarna i valori, quelli scolpiti nella dichiarazione universale dei diritti dell’umanità. Quei diritti sono tutto ciò che Putin detesta. È la visione del mondo che ostinatamente, alleandosi con Cina e Iran, combatte con tutte le armi possibili. Qualcuno dirà: sì, ma se prende i voti quella è democrazia. No, non è così. La democrazia è un’altra cosa. È la competizione tra liberi partiti per massimizzare il consenso. Qui c’è un solo partito e qualche partitino messo lì per dare un minimo di apparenza alla messinscena.

Quello che si finge di non sapere è che il principio della democrazia non è votare per scegliere chi comanda. Non è questo il suo fulcro. La democrazia è il metodo per stabilire chi deve controllare chi governa. È la minoranza il sale, non la maggioranza. Se la minoranza è una farsa tutto il resto è una farsa. Putin tutte queste cose le sa, ma le disprezza con ogni centimetro della sua pelle. Lo spettacolo è molto più perfido di quanto si pensi. Voi credete nella democrazia, ma vi dimostro che il voto è una finzione. È uno sputo sui diritti universali. Il non voto di mezzogiorno è un atto di realismo.

Chi ti combatte non sale sul tuo circo.

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