Politica estera

Vietare la bandiera Lgbt nelle scuole. L'agenda "anti-woke" di DeSantis in Florida

La proposta di legge, già approvata in commissione, è stata portata avanti dai repubblicani della Florida per impedire "l'indottrinamento nelle scuole": vieterebbe anche l'esposizione di bandiere di movimenti come Black Lives Matter

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No alle bandiere Lgbt esposte su edifici governativi e scuole. È la proposta che stanno portando avanti i repubblicani della Florida nello stato del governatore e candidato alle elezioni presidenziali, Ron DeSantis. Dopo le polemiche relative alla legge "Don't Say gay, che limita fortemente la discussione sull’orientamento sessuale e l’identità di genere nelle scuole pubbliche, ora DeSantis e i repubblicani della Florida - anche in ottica elettorale - portano avanti una misura che sta già facendo discutere e sancirà un ulteriore tappa della "guerra culturale" in corso tra conservatori e progressisti. La proposta di legge, sponsorizzata dai deputati David Borrero e Randy Fine secondo il Tampa Bay sta infatti suscitando una forte opposizione da parte delle associazioni Lgbtq, riaccendendo il clima che si era respirato in Florida con la legge "Don't say gay" voluta proprio da DeSantis, che innescò un durissimo scontro con il colosso Walt Disney.

"No all'indottrinamento nelle scuole"

Secondo i repubblicani la proposta di legge mira a prevenire l'indottrinamento gender in luoghi come le scuole. Per il deputato conservatore Doug Bankson "questo è un provvedimento che ci riporta letteralmente al centro dell'educazione e non dell'indottrinamento": di diverso avviso il collega dem Dotie Joseph, secondo il quale la legge promuove l'odio ed è anticostituzionale. "Il problema di questa legge, oltre alle questioni costituzionali, è che favorisce lo stesso tipo di intolleranza che genera la violenza che rende le nostre comunità insicure", ha detto Joseph. "Anziché promuovere la tolleranza, ci concentriamo sull'intolleranza". Un primo "sì" al provvedimento è arrivato dalla commissione della Camera della Florida che si occupa di diritti costituzionali, a maggioranza repubblicana, che ha votato 9-5 approvando la proposta di legge.

Ora deve passare al vaglio della commissione per gli affari statali e dalla Camera per poter essere approvata in via definitiva. Nella proposta di legge non si parla in maniera esplicita della bandiera del "pride", ma si vieta l'esposizione di bandiere che rappresentano un "punto di vista politico, incluso, e non limitato a, un punto di vista politico di parte, razziale, di orientamento sessuale, di genere o di ideologia politica". Oltre a vietare l'esposizione della bandiera Lgbtq, la legge vieterebbe alle scuole e agli edifici governativi di esporre la bandiera del movimento Black Lives Matter.

L'agenda "anti-woke" di DeSantis in Florida

La proposta dei repubblicani della Florida emerge in un momento chiave della competizione interna al partito repubblicano per la nomination in vista delle prossime elezioni presidenziali di novembre. Se l'ex presidente Donald Trump sembra non avere sfidanti all'altezza dopo la strabordante vittoria nei caucus in Iowa, DeSantis si gioca il secondo posto con l'ex ambasciatrice Nikki Haley, sostenuta da una fetta importante di donatori e investitori ostili all'ex presidente.

La proposta di legge rientra in un'agenda politica a cui il governatore tiene molto e che riguarda il mondo della scuola: il governatore repubblicano ha infatti vietato l'insegnamento dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere tra i banchi nonché della controversa Teoria della razza critica, ricevendo il plauso dei consigli scolastici a maggioranza repubblicana.

L'ultima proposta potrebbe piacere proprio a quell'elettorato più conservatore a cui DeSantis si rivolge nella sua campagna presidenziale.

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