Politica estera

L'allarme dell'Fbi: "L'Iran prepara attacchi negli Usa contro ex funzionari di Trump"

L'Fbi dà la caccia ad un agente iraniano inviato negli Stati Uniti per colpire funzionari dell'attuale e della passata amministrazione Usa. Si tratterebbe di una vendetta per l'uccisione nel 2020 del generale dei pasdaran Soleimani

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È corsa contro il tempo negli Stati Uniti per individuare un agente segreto inviato dall’Iran con una missione ben precisa. Eliminare funzionari dell’amministrazione passata e di quella attuale per regolare un vecchio conto e vendicare l’uccisione del leggendario Qasem Soleimani, il comandante delle forze Quds di Teheran, avvenuta nel 2020 all’aeroporto di Baghdad. Ritenuto responsabile di decine di complotti terroristici, abile manovratore dei movimenti sciiti in Medio Oriente e sostenitore degli attacchi alle truppe americane in Iraq per mezzo degli ordigni esplosivi improvvisati, il più potente generale dei pasdaran fu terminato da un attacco di droni autorizzato dall’allora presidente Donald Trump.

La vendetta è un piatto che va servito freddo, devono aver pensato dunque a Teheran. O almeno, di questo ne è convinto l’ufficio di Miami dell’Fbi che ha emesso un bollettino di allerta pubblica al fine di stanare Majid Dastjani Farahani, un uomo di 42 anni sospettato di far parte del ministero dell’Intelligence e della Sicurezza iraniano. Per il Bureau la spia del regime degli ayatollah avrebbe già cominciato a tessere la propria tela reclutando individui per condurre operazioni letali negli Usa.

Nel mirino dello 007 ci sarebbero in particolare due alti funzionari dell’amministrazione dell’ex presidente Trump. Si tratterebbe dell’ex segretario di Stato Mike Pompeo e dell’ex inviato speciale per l’Iran Brian Hook. Entrambi sono già sotto un programma di protezione approvato dal Congresso su richiesta del dipartimento di Stato che dal gennaio del 2021 è stato riconfermato numerose volte. Infatti, la Repubblica islamica ha in passato reso noto di considerare i due americani responsabili della dura linea Usa nei confronti di Teheran, dell'inserimento delle Guardie della rivoluzione nella lista delle organizzazioni terroristiche e dell'uccisione di Soleimani.

Secondo Semafor, che ha diffuso la notizia, non sarebbe chiaro in quale Stato l’agente segreto stia operando. Il fatto che sia stata la sede dell’Fbi della Florida ad emettere il bollettino di ricerca non indicherebbe quindi necessariamente un legame diretto con Farahani. Della spia di Teheran, sanzionata a dicembre dal ministero del Tesoro, qualcosa è comunque trapelato. Conoscerebbe lo spagnolo, si muoverebbe con frequenza tra l’Iran e il Venezuela, Stato canaglia alleato degli iraniani, e starebbe conducendo “attività di sorveglianza su siti religiosi, attività commerciali e altre strutture negli Stati Uniti”.

Non sarebbe la prima volta che Teheran cerca di colpire sul territorio dello storico nemico. Nel 2011 fu sventato un audace complotto ordito dalla Repubblica islamica con la partecipazione dei cartelli messicani della droga per assassinare un ex ambasciatore dell’Arabia Saudita negli States. Ad impressionare gli investigatori fu la scelta del luogo dove si sarebbe dovuto svolgere l’attentato: un ristorante di Georgetown, nel cuore della capitale Usa.

Più di recente invece il dipartimento di Giustizia ha incriminato il capo di una gang iraniana con l'accusa di aver collaborato con membri dell’organizzazione criminale Hells Angels per silenziare dissidenti del regime islamico residenti nello Stato del Maryland.

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