Politica estera

Trump incassa lo sconto: cauzione ridotta a 175 milioni da pagare in 10 giorni

Cauzione ridotta e altri giorni di tempo per versa la cauzione (ex)stellare: Trump riesce a spuntarla presso la Corte d'Appello di New York. Altri dieci giorni di tempo per salvarsi dall'eventuale pignoramento

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Una mezza vittoria per Donald Trump nell'intricata vicenda della cauzione stellare che avrebbe dovuto essere versata entro oggi. The Donald ha infatti ottenuto un'importante vittoria da una corte d'appello di New York che ha ridotto a 175 milioni la cauzione di 464 milioni di dollari (con scadenza 25 marzo): oltre allo "sconto", prevista anche una dilazione temporale con la concessione di altri 10 giorni.

Una decisione altamente politica in favore di Trump

Una decisione che possiede un'alta valenza politica nel bel mezzo della burrascosa campagna elettorale. L'ordinanza, infatti, riduce la portata del pronunciamento del giudice di primo grado, Arthur Engoron, riguardo alla sospensione di due anni per Trump e i suoi due figli maggiori, Donald Jr, e Eric, dalle cariche societarie. Il tycoon e i suoi due figli potranno continuare a ricoprire cariche societarie a New York, ma dovranno subire la presenza di un commissario esterno, stabilita in precedenza da Engoron.

Una svolta temporanea che segna un punto a favore della crociata di Trump, che ora si vede raggiungere da un gigantesco sconto che gli permetterà due cose fondamentali: non vedere aggredito il proprio patrimonio immobiliare con un pignoramento e relativo danno di immagine; proseguire nella narrazione del perseguitato dalla furia giustizialista, vulgata sulla quale ha incentrato la sua campagna elettorale. "Lo Stato di New York esce malconcio dalla sua decisione, per cui ho grande rispetto per la decisione in appello e metterò a disposizione molto velocemente entro dieci giorni o 175 milioni di dollari in contanti o un bond o qualsiasi cosa sia necessaria", ha tuonato Trump, in una pausa dell'udienza per il caso Stormy, commentando la decisione della Corte d'appello di New York.

La reazione di Trump e della procuratrice James

Mentre si allontanava, rispondendo alle domande urlate dai giornalisti, Trump ha detto: "E' una caccia alle streghe, è una bufala". Affermando di mostrare rispetto per la decisione, l'ex presidente ha assicurato che ora "depositerà molto in fretta i 175 milioni, entro i 10 giorni" supplementari che gli sono stati concessi. Si è scagliato poi ancora contro il giudice Engoron, definendolo "una vergogna per il nostro Paese". "Quello che ha fatto provoca un tale danno e non dovrebbe essere permesso, lo stato di New York è danneggiato dalla sua decisione", ha aggiunto.

A smorzare i facili entusiasmi del candidato del Gop ci ha pensato la procuratrice di New York, ormai protagonista di una faida a distanza con Trump: “Donald Trump deve ancora affrontare le responsabilità per la sua sconcertante frode. La corte ha già accertato che egli è stato impegnato in anni di frode per gonfiare falsamente il suo patrimonio netto e arricchire ingiustamente se stesso, la sua famiglia e la sua organizzazione. La sentenza da 464 milioni di dollari – più gli interessi – contro Donald Trump e gli altri imputati è ancora valida”, ha dichiarato Letitia James, dopo l'ordinanza della corte di appello.

Una settimana importante per Trump

Ringalluzzito dalla decisione, The Donald si appresta a un nuovo momento chiave della sua storia imprenditoriale: inizieranno domani le contrattazioni sul Nasdaq del titolo di Trump Media & Technology Group, la società che detiene la piattaforma Truth Social, creata nel 2021 dall'ex presidente come alternativa a Twitter. Tre giorni fa, gli azionisti di Digital World Acquisition Corporation (Dwac), società quotata, hanno infatti approvato la fusione con la social media company di Trump. Il titolo avrà il ticker DJT, le iniziali dell'ex presidente. Trump ha quasi 80 milioni di azioni della nuova società, per un valore attuale di circa 3 miliardi di dollari. Il titolo di Dwac guadagna ora il 20%.

Batosta, invece, sul piano degli appuntamenti giudiziari: il processo per il pagamento in nero alla porno attrice Stormy Daniels avrà inizio il 15 aprile: "Una "interferenza elettorale", lo ha immediatamente bollato Trump, al termine dell'udienza a New York nel quale è stata decisa la data di inizio del processo.

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