Guerra in Ucraina

Nuovi scontri tra polizia e manifestanti filo russi: la Moldavia ribolle

Scontri nel cuore di Chisinau dove un gruppo di manifestanti ha cercato di sfondare il cordone di polizia intorno ai palazzi del governo. Aeroporto in tilt per un allarme bomba

Nuovi scontri tra polizia e manifestanti filo russi: la Moldavia ribolle

Domenica ad alta tensione nel centro di Chisinau. La capitale della Moldavia, secondo quanto riferisce l'agenzia russa Tass, è scossa da nuovi scontri e tra polizia e manifestanti dell'opposizione vicina alla Russia. Un corrispondente dell'agenzia Interfax ha scritto che i tafferugli sono iniziati dopo che la polizia ha transennato la piazza principale della città, impedendo al corteo di raggiungerla.

I manifestanti hanno quindi provato a tornare verso gli edifici dell'ufficio presidenziale e del parlamento. Per bloccare l'accesso ai palazzi dell'esecutivo gli agenti hanno parcheggiato qui diversi autobus. A quel punto agli organizzatori della manifestazione è stato offerto di traferire il corteo nel parco fuori dal Teatro Nazionale dell'Opera e del Balletto.

Per Ria Novosti diverse persone che prendevano parte al corteo sarebbero riuscite a sfondare il cordone di sicurezza. Tra decine di bandiere moldave gli slogan sono tutti contro l'esecutivo moldavo: si va da "abbasso la dittatura" ad affondi diretti contro la presidente Maia Sandu. Alcuni corrispondenti e analisti hanno notato sui social che almeno una cinquantina di persone sarebbe stata fermata. In più un allarme bomba avrebbe bloccato le attività all'aeroporto cittadino bloccando voli in arrivo e in partenza.

La polizia: "Smantellata una rete di Mosca"

Proprio mente i manifestanti prendevano le strade della capitale la polzia ha fatto sapere di aver arrestato i membri di una rete "orchestrata da Mosca" nel tentativo di destabilizzare il Paese prima della protesta antigovernativa. Il capo della polizia Viorel Cernauteanu ha spiegato che 25 uomini sono stati interrogati dopo una serie di perquisizioni avvenute nella notte e che sette di loro sarebbero finiti in manette.

Il blitz notturno, ha detto ancora Cernauteanu, sarebbere arrivato dopo le segnalazioni di un agente infiltrato in una piccola formazione guidata da moldavo-russo. "Le persone sono arrivate dalla Russia con un addestramento molto specifico", ha aggiunto il funzionario aggiungendo che tra le prove a carico degli arrestati ci sarebbero oltre 10 ore di filmati.

Questi eventi sono solo l'ennesimo capitolo di una tensione palpabile che si respira nel Paese. Già il 28 febbraio centinaia di manifestanti legati al partito filorusso Sor avevano cercato di fare irruzione nella sede del governo moldavo. Il partito dell'oligarca Ilhan Shor nelle ultime settimane si è mobilitato contro il governo filo-europeo, incuneandosi fra le crescenti tensioni che agitano Mosca e Chisinau. Ufficialmente la ragione delle proteste è da ricercare nel caro prezzi, che avrebbe provocato un aumento del costo dell'elettricità, del riscaldamento domestico, dei servizi e dei prodotti di prima necessità. Anche se in molti sottolineano collegamenti con quanto avviene a livello internazionale.

Un braccio di ferro tra Usa e Russia

La presidenza di Maia Sandu da settimane parla di forze guidate da Mosca per sovvertire l'ordine costituzionale tramite la protesta per il caro bollette, ma quello che è certo è che gli ultimi mesi sono stati molto turbolenti per la Moldavia. All'inizio di febbraio la premier Natalia Gavrilita si è dimessa lasciando la guida a Dorin Recean, già consigliere per la difesa del presidente ed ex ministro dell'Interno.

I focolai di crisi intorno all'Ucraina diventano sempre più attivi, come conferma quanto successo in Georgia. Sullo sfondo Russia e Stati Uniti si accusano a vicenda. Per Mosca, Washtingon sarebbe responsabile dei disordini di Tiblisi, mentre secondo gli americani sarebbero i russi a svolgere attività destabilizzartici in Moldavia. John Kirby, portavoce della sicurezza nazionale Usa si è limitato a dire che a Chisinau "non ci sono minacce militari dirette da parte della Russia contro la Moldavia, ma abbiamo informazioni di tentativi di destabilizzazione del Paese da parte di Mosca".

Il 10 marzo la Casa Bianca aveva accusato Mosca di voler destabilizzare il Paese. Affermando di aver intensificato la condivisione delle informazioni con i leader moldavi "in modo che possano indagare ulteriormente" e "sventare i piani russi".

Il nodo della Transnistria

Accuse analoghe sono arrivate anche da Mosca: qualche settimana fa il ministero della Difesa della Russia aveva parlato apertamente di un piano delle forze militari ucraine per attaccare la Transnistria, la regione semiautonoma di fatto nell'orbita russa. L'operazione, ha aggiunto il ministero, "pone una minaccia significativa alle forze di pace russe dispiegate nella regione". Chisinau aveva risposto accusando Mosca di voler "seminare il panico".

Il 9 marzo scorso invece i servizi di sicurezza ucraini (Sbu) avevano accusato il Cremlino di inasprire le tensioni dopo che le autorità della Transnistria avevano fatto sapere di aver sventato un attentato da parte di operativi vicini alle forze di Kiev: "Qualsiasi dichiarazione della presunta Repubblica Popolare di Transnistria sul coinvolgimento dell'Sbu nella preparazione di un attacco terroristico deve essere considerata esclusivamente come una provocazione orchestrata dal Cremlino".

Le voci che arrivano da Chisinau continuano quindi a gettare un'ombra inquietante sulla stabilità della regione.

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