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Trump incriminato per l'assalto al Congresso: ora che succede?

Trump incriminato per l'assalto al Congresso: ora che succede?

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Trump incriminato per l'assalto al Congresso: ora che succede?

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Nuova incriminazione per l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La quarta, per l'esattezza. Stavolta sono quattro i capi di accusa nei suoi confronti, elencati in un documento di 45 pagine. Deve rispondere di "cospirazione per frodare gli Stati Uniti", "ostruzione di giustizia", "cospirazione per ostacolare un procedimento" e "cospirazione contro i diritti". I fatti contestati sono quelli del 6 gennaio 2021, il "famoso" assalto al Congresso Usa. "Era determinato a restare al potere" pur avendo perso le elezioni, si legge nell'incriminazione.

Ora che succede? Per prima cosa Trump comparirà davanti a un giudice di Washington, Moxila Upadhyaya, della corte federale del Distretto di Columbia. Avverrà domani (giovedi) alle 16 locali. Potrebbe collegarsi da remoto ma è molto probabile che Trump approfitti dell'occasione per lanciare, così, un nuovo e forte messaggio ai propri sostenitori. L'ex presidente, infatti, è già partito al contrattacco: "Perché non hanno portato questo caso ridicolo due anni e mezzo fa? Volevano farlo in mezzo alle elezioni, ecco il perché". Trump lo scrive su Truth, il suo social network, lanciato mesi dopo che era stato bannato da Facebook e Twitter.

"Persecuzione da Germania nazista ed ex Urss"

Trump va giù pesante e parla di "interferenza elettorale" e "caccia alle streghe". Nel suo commento afferma che"l’illegalità di queste persecuzioni è una reminiscenza della Germania nazista degli anni ’30 e dell’ex Unione Sovietica, e di altri regimi dittatoriali e autoritari. Il presidente Trump - continua la dichiarazione - ha sempre rispettato la legge e la Costituzione, assistito da molti avvocati di grande esperienza". E ancora: "Tre anni fa avevamo confini sicuri, indipendenza energetica, niente inflazione e una grande economia. Oggi siamo una nazione in declino. Il presidente Trump non si farà scoraggiare da questa vergognosa e senza precedenti persecuzione politica".

La freddura di Pence

"L’incriminazione ci ricorda che chiunque si mette sopra alla Costituzione non dovrebbe essere presidente. La nostra Costituzione è più importante di una singola persona e della sua carriera". A dirlo è l’ex vicepresidente americano Mike Pence, candidato per la corsa alla Casa Bianca del 2024. Nelle 45 pagine di incriminazione si legge, tra le altre cose, una frase che Trump avrebbe rivolto proprio a Pence, mentre cercava di convincerlo a non certiticare il risultato delle elezioni: "Sei troppo onesto".

La reazione di Mosca

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, sul proprio canale Telegram ha commentato le nuove accuse contro Trump, sottolineando la "coincidenza" dell’incriminazione per l’assalto al Congresso con le elezioni del prossimo anno per la Casa Bianca. "A carico di Trump ci sono quattro capi d’accusa... Accidentalmente, tra un anno, ci sono anche le elezioni negli Stati Uniti.

Che coincidenza".

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