Politica internazionale

Continua il caos in Spagna: in migliaia manifestano sotto la sede del Psoe

Circa 8.000 persone stanno protestando contro l'intesa tra i socialisti e gli indipendentisti catalani di Junts a favore dell'amnistia. Prime cariche degli agenti per reagire al lancio di oggetti

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In Spagna non si placa l'ondata di caos, con un recrudescenza delle tensioni che rischia di spaccare ulteriormente il Paese. Anche questa sera si è tenuta una manifestazione sotto la sede nazionale del Psoe a Madrid: circa 8.000 persone hanno preso parte all'iniziativa per ribadire la loro contrarietà all'intesa che nelle ultime ore è stata raggiunta tra i socialisti e gli indipendentisti catalani di Junts a favore dell'amnistia. Un accordo che di fatto potrebbe spianare la strada a favore dell'investitura alla presidenza del governo di Pedro Sanchez.

Si tratta della manifestazione più imponente da venerdì scorso, giorno in cui hanno preso il via i "cortei" nella via della Capitale. Nelle prime due ore non si era registrato alcun incidente o evento particolarmente pericoloso, ma con il passare del tempo la situazione si è fatta sempre più escandescente. Tanto da provocare la reazione da parte degli agenti, che hanno fatto partire alcune cariche per reagire al lancio di oggetti e di petardi. Per far fronte in particolar modo all'ala più radicale presente in prima linea alla manifestazione è stata schierata una massiccia presenza di forze dell'ordine, tra agenti con manganellli e diverse camionette della polizia. Sono 15 le persone fermate.

Tra i presenti non è passato inosservato Santiago Abascal, il leader di Vox, secondo cui si tratta del periodo più buio della storia: pertanto ha invitato i connazionali a restare in piazza, ribadendo loro vicinanza e sostegno alla causa. "Abbiamo il dovere di resistere a un governo e a un tiranno che sta per ottenere l'investitura con tutti i nemici della Spagna", ha affermato Abascal. Inoltre dalla piazza sono stati lanciati gli slogan che in questi giorni si sono presi la scena, compresi gli appelli al re Filippo affinché difenda la Nazione e l'appellativo di "delinquente" nei confronti di Pedro Sanchez. C'è anche chi ha evocato Alzamiento nacional, richiamando al colpo di stato guidato da Franco nel luglio del 1936.

Anche a Barcellona il contesto è tutt'altro che tranquillo. Circa 350 persone si sono riunite davanti la sede della Delegazione del governo; alla base vi è sempre la protesta alla luce della legge di amnistia che Psoe e Sumar stanno negoziando con i partiti a favore dell'indipendenza. Fanno da cornice non solo le bandiere spagnole ma anche un vessillo franchista e uno striscione con lo slogan Rivolta.

Le piazze delle maggiori città del Paese continuano a infiammarsi facendo emergere un nettissimo "no" a quello che verrebbe consdierato un vero e proprio tradimento. La situazione è assai delicata: nel pomeriggio di giovedì 9 novembre Alejo Vidal Quadras, ex presidente del Partito Popolare della Catalogna e fondatore di Vox, è stato colpito da un colpo di pistola in faccia in pieno centro a Madrid finendo in gravissime condizioni.

Sarà necessario aprire un'indagine per fare luce sul movente.

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