Politica internazionale

Lettera aperta a Barbara Alberti. Organizzate uno sciopero in Russia

Cara Barbara Alberti, amica mia e più grande scrittrice italiana vivente, e sai quanto ti amo e ti amerò sempre

Lettera aperta a Barbara Alberti. Organizzate uno sciopero in Russia

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Cara Barbara Alberti, amica mia e più grande scrittrice italiana vivente, e sai quanto ti amo e ti amerò sempre: ho visto il tuo appello, in televisione su Rai Uno e in rete dove hai raccolto già decina di migliaia di adesioni (il sito è www.assembleaperlapace.org). In sintesi: tu (e Ginevra Bompiani) proponete uno sciopero contro la guerra. Questo sciopero chi dovrebbe farlo? I lavoratori occidentali. Non lo distinguo, sinceramente, dalle manifestazioni pacifiste con le bandiere arcobaleno: essere contro la guerra o per la pace non fa differenza, nessuno di noi è per la guerra (tranne i pazzi, anche noi siamo pazzi

ma non quel tipo di pazzi). Te lo immagini combattere Hitler con gli arcobaleni? Vi anticipo una cosa: la vostra idealistica iniziativa non andrà da nessuna parte, ma ti confesso anche un'altra cosa. Se per assurdo dovesse realizzarsi, non fermerebbe la guerra, schiaccerebbe chi è stato invaso, e che resiste grazie agli aiuti della Nato. Non per altro tutti gli ex Stati sovietici vogliano entrare nella Nato. A questo punto ti faccio una provocazione: perché tu, e Ginevra Bompiani, e tutti i tuoi pacifisti non andate a Mosca a organizzare uno sciopero dei cittadini russi contro la guerra? Perché la guerra non è un concetto astratto, c'è chi attacca e chi si difende, e fino a oggi gli Stati Uniti hanno consentito a noi europei di poterci sentire al sicuro e liberi. Qui puoi dire e pensare quello che vuoi, perché siamo

stati protetti da una feroce dittatura (il comunismo, entrato nella Seconda Guerra Mondiale alleato del nazismo). Credo che finireste in Siberia. Per la pace, sostegno militare e armi all'Ucraina. Altrimenti Putin direbbe: scioperano per la guerra, vedi, abbiamo ragione noi.

E nessun russo lo saprebbe, perché lì non c'è la libertà che abbiamo noi.

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