Guerra in Israele

"Ottimo esempio fallimento Usa". Putin a gamba tesa su Israele

Il leader russo si propone come mediatore nel conflitto israelo-palestinese e auspica la creazione di uno Stato palestinese "sovrano e indipendente"

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Vladimir Putin ha ricevuto al Cremlino il primo ministro iracheno, lo sciita Mohammed Al-Sudani. La visita era programmata già prima del nuovo scoppio di violenza in Medio Oriente, ma il conflitto israelo-palestinese è stato inevitabilmente tra gli argomenti principali al centro dei colloqui.

Mosca vorrebbe sfruttare la situazione a suo vantaggio, specie nella fase delicata di un altro fronte: quello dei russi contro l'Ucraina e - più in generale - l'Occidente. Non a caso Putin, a margine dell'incontro con il premier iracheno, ne ha approfittato per definire la recrudescenza del conflitto israelo-palestinese "un ottimo esempio del fallimento della politica degli Stati Uniti in Medio Oriente". Nel suo primo intervento pubblico dopo l'attacco di Hamas, il leader russo si è proposto come protagonista di una mediazione che porti al cessate il fuoco: per una ripresa dei negoziati è "necessaria" la creazione di uno Stato palestinese "sovrano e indipendente", unica strada secondo Mosca per arrivare alla pace.

Più prudente il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "Certamente abbiamo legami storici con la Palestina e manteniamo i nostri contatti - ha sottolineato - Ma allo stesso tempo ci sono le nostre relazioni con Israele, con il quale anche abbiamo molti interessi in comune, prima di tutto la grande quantità di nostri cittadini che vivono in quel Paese". L'ambasciata russa a Tel Aviv ha fatto sapere che quattro russi - anche con cittadinanza israeliana - risultano tra gli uccisi nel blitz terroristico di sabato e altri sei sono dispersi. Mosca "continua ad analizzare attentamente la situazione - ha aggiunto Peskov - E mantiene la sua posizione di Paese che ha il potenziale per partecipare ai processi di risoluzione".

Nel frattempo Volodymyr Zelensky ha accusato il Cremlino di sostenere "pubblicamente" e "con le armi" il regime di Hamas. La simpatia russa per gli estremisti palestinesi è un'eredità culturale dell'Unione Sovietica, ma con l'inizio della guerra contro l'Ucraina le relazioni si sono intensificate. Pochi mesi dopo l'invasione, una delegazione di esponenti di Hamas era stata ricevuta a Mosca dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov.

Anche in queste ore, la Russia continua a identificare Hamas con la leadership palestinese.

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