Politica internazionale

"Reazione sproporzionata". Tajani ammonisce Israele

"Lavoriamo per la pace, con la convinzione che Israele ha tutto il diritto a esistere", sottolinea il vicepremier. Ma su Tel Aviv avverte: "Sta avendo una reazione sproporzionata"

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"Hamas è responsabile di tutto". Antonio Tajani ha ribadito con chiarezza la causa del conflitto che sta sconvolgendo il Medio Oriente. "Le persone che muoiono sono vittime dei crimini di Hamas, che ha acceso la miccia con la caccia all'ebreo", ha osservato il vicepremier e ministro degli Esteri durante la puntata di Porta a Porta in onda questa sera, attribuendo all'organizzazione terroristica che comanda il Palestina la evidente volontà di alimentare le violenze. "Hamas vuole la guerra, non vuole la pace. Ed è disinteressata al destino del proprio popolo".

Tajani, le parole su Israele

Analizzando la delicata situazione in mediorientale, tuttavia, Tajani ha anche aggiunto un'ulteriore valutazione. "Israele sta avendo una reazione sproporzionata e secondo me sbaglia". Al riguardo, il vicepremier ha aggiunto: "Lo stesso segretario di Stato americano Antony Blinken, che è di religione ebraica, si rende conto che gli israeliani stano commettendo degli errori". Così, il capo della Farnesina ha acceso i riflettori sull'intensità di alcune operazioni condotte da Tel Aviv, senza però mettere in alcun modo in discussione il sostegno a Israele e al suo diritto a esistere. Già nei mesi scorsi, il segretario nazionale di Forza Italia aveva avvertito: "Ci sono troppe vittime che non hanno nulla a che fare con Hamas".

"Israele ha tutto il diritto di esistere"

"Continueremo a lavorare e a fare pressione su tutte le parti per avere un cessate il fuoco che permetta il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e permetta di far arrivare alimenti a una popolazione stremata che è vittima di Hamas", ha sottolineato ancora Tajani,ribadendo la linea molto chiara perseguita dal governo italiano: "Lavoriamo per la pace, con la convinzione che Israele ha tutto il diritto a esistere. È un assioma al quale non possiamo rinunciare. Siamo anche convinti che non bisogna confondere il governo israeliano con il popolo di Israele e con il popolo ebraico nel mondo".

Il rischio dell'escalation

Il vicepremier ha poi confidato il timore che il conflitto in Medio Oriente possa allargarsi, ma - ha aggiunto - "noi dobbiamo fare tutto il possibile perché non accada". E la missione della premier Giorgia Meloni in Libano, ha precisato, va proprio in questa direzione, con l'obiettivo di "ridurre l'influenza di Hdezbollah e calmare le acque". Quello scatenato da Hamas, ha proseguito, "è stato un attacco violento, una caccia all'ebreo per provocare una reazione di Israele per far reagire i Paesi arabi in un momento in cui Israele stava per firmare l'accordo con l'Arabia Saudita". L'esponente di governo ha quindi rimarcato la convinzione della necessità di un esercito europeo comune, ricordando l'ultimo appello di Silvio Berlusconi in tal senso. "Oggi tutti insieme come stati europei spendiamo un terzo di quello che spendono gli Stati Uniti per la loro difesa, ma nostra efficienza militare è molto più bassa di un terzo di quella americana", ha fatto notare il ministro.

Le elezioni europee

Infine, uno sguardo all'Europa e alle elezioni che ridisegneranno gli assetti all'interno dell'Eurocamera. "Il Partito popolare europeo non può allearsi con Identità e Democrazia con cui non condividiamo i valori. Ci sono partiti che sono contro l'euro, contro la Ue e che vogliono uscire dalla Nato. Non è il caso di Salvini, lui è molto diverso", ha dichiarato il vicepremier, inviando un messaggio proprio al leader della Lega e collega di governo.

"Se facesse parte di una coalizione composta da liberali, conservatori e popolari, la stessa che mi portò alle elezioni come presidente del Parlamento europeo, allora quella è una coalizione che si può fare e nella quale ci può stare Salvini".

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