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La Russa: "Ormai ci diamo pugni in faccia da soli"

La Russa: "Siamo ancora fermi al punto di partenza. Bisognava tenerli in Italia"

La Russa: "Ormai ci diamo pugni in faccia da soli"

Ignazio la Russa, ex ministro della Difesa e fondatore di Fratelli d'Italia, non usa mezzi termini sul caso dei fucilieri di Marina, che si trascina da quasi 3 anni.

Con la vicenda marò torniamo sempre alla casella di partenza come nel gioco dell'oca?

«È ancora peggio. Al gioco dell'oca si torna indietro, mentre noi siamo fermi al punto di partenza. Non è stato fatto alcun passo reale per l'arbitrato, l'autorità giudiziaria indiana non ha ancora formalizzato l'accusa e non abbiamo mosso alcun tipo di ultimatum alle organizzazioni internazionali che promuovono le missioni a cui aderiamo».

L'arbitrato internazionale è la via d'uscita?

«Dopo pochi mesi di corretto tentativo l'Italia doveva capire che la via diplomatica era impraticabile. A quel punto bisognava attivare subito l'arbitrato».

Come è possibile che i vari governi abbiano annunciato svolte ed iniziative, che poi sono state puntualmente disattese?

«Una volta c'era una trasmissione televisiva che si chiamava Dilettanti allo sbaraglio ».

Ci sono altre soluzioni per risolvere il caso?

«Bisognava tenere i marò in Italia quando erano rientrati. Adesso se non vogliamo minacciare di ritirarci da tutte le missioni facciamolo almeno da quella anti pirateria».

Latorre deve restare in patria o tornare in India?

«Il problema è molto serio. Secondo me non deve tornare in India, ma rischiamo di trovarci in un “cul de sac”. La conseguenza sarà un appesantimento della posizione del fuciliere di Marina rimasto a Delhi nelle grinfie del sistema giudiziario indiano».

Il governo ha assoldato Sir Daniel Betlehem, esperto inglese, per internazionalizzare la vicenda. Ha combinato qualcosa e quanto ci costa?

«La tortuosità della via intrapresa dal governo, che non ha portato a nulla, si vede dalla scelta di questi imprecisati baronetti dal costo ignoto.

L'India ci molla schiaffi fin dal primo giorno, ma oramai ci diamo pugni in faccia da soli».

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