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Welfare, la ricetta di Renzi: meglio pensionati che morti

Il premier ammette le difficoltà e prova a cavarsela citando Woody Allen

Welfare, la ricetta di Renzi: meglio pensionati che morti

Roma - Sono le quattro del pomeriggio e la legge di Stabilità è al Quirinale già da diverse ore quando Sergio Mattarella, tornato in gran fretta da Bari, sale veloce nel suo studio e accoglie il cardinale Bechara Boutros Rai, patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente. L'esame della manovra, il tanto atteso vaglio presidenziale, può attendere. Del resto lui ha aspettato per giorni, adesso c'è un'agenda di impegni ufficiali da rispettare. Alla stessa ora, cioè le undici del mattino, da Santiago del Cile Matteo Renzi assicura che far quadrare i conti della previdenza non sarà un dramma. «Ogni tanto arriva un dirigente sostiene che ci può essere un problema di bilancio. Come diceva Woody Allen, invecchiare non è un granché ma è sempre meglio che morire. Oggi viviamo più a lungo, è una fortuna non un guaio».

Carte, numeri, allegati, percentuali e la bollinatura della ragioneria dello Stato. L'ufficio degli affari giuridici e quello degli affari economici del Colle si prenderanno il fine settimana per esaminare la manovra. Lunedì il malloppo arriverà alle Camere: tra le novità, l'obbligo per le Regioni di riassorbire il personale in esubero proveniente dalle Province abolite e il pagamento del canone Rai in un'unica rata. Il premier, nella sua prima tappa del viaggio sudamericano, ostenta sicurezza nonostante gli ultimi scandali. «Potranno recidere tutti i fiori ma non fermare la primavera», dice all'università citando la prima volta Pablo Neruda e invitando i giovani a non prendere la speranza e a «credere nella politica» anche se è difficile, «anche quando si vedono questi casi di mancanza di trasparenza e di cattiva gestione della cosa pubblica che, in Italia come in Cile, i nostri governi cercano di combattere». Insomma, ricitando il poeta, «nemmeno le tangenti fermeranno la primavera».

Quanto al futuro, Renzi lo vede rosa. «In Italia dopo tre anni di crisi, di segno meno, è ora di tornare a guardare al domani con l'entusiasmo di chi sa che la qualità della vita non dipende solo dal clima, dal paesaggio, dall'agroalimentare ma da uno strano mix di valori, ideali, cultura che tiene insieme l'identità di un popolo». Ancora una citazione, stavolta il film di Michel J. Fox Ritorno al futuro 2 , ambientato in un allora lontanissimo ottobre 2015. «Sarà interessante vedere le innovazioni da qui a trent'anni».

A Michelle Bachelet Renzi spiega di essere «orgoglioso di rappresentare uno Stato solido e solidale». Concetto che ripete parlando al business forum di Santiago. «Noi vogliamo portare quante più persone possibile ad investire in Italia, il mondo di oggi ha bisogno della capacità delle imprese e della loro passione per il lavoro. Quello che dobbiamo fare non è solo stringere accordi, che spero siano tanti. Quello che ci caratterizza, perché i nostri Paese stanno facendo le riforme, è il fatto che stiamo per scrivere una pagina nuova nella storia dell'America Latina e dell'Europa».

Ma mentre Renzi si commuove pensando agli Inti Illimani in serata arriva una mezza bocciatura per la sua manovra. L'agenzia Fitch lascia invariato il rating dell'Italia, che resta a BBB+ con un outlook stabile, ma lancia ancora una volta l'allarme legato a un debito pubblico troppo elevato e a una crescita ancora troppo debole. Due fattori che lasciano l'Italia «altamente esposta a potenziali choc avversi».

E la legge di stabilità per il 2016 varata pochi giorni fa dal governo Renzi sarebbe complessivamente fondata su tagli delle tasse, a partire dalla «rottamazione» dell'imposta sulle prime case ma la riforma della spesa pubblica «è meno ambiziosa dei piani originari del governo».

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