Politica

No Tav, No Triv, No Clima Se ne vadano tutti al Polo

Difficile solidarizzare con chi è contrario a tutto: dai termosifoniai treni veloci alla globalizzazione

No Tav, No Triv, No Clima Se ne vadano tutti al Polo

Il nostro eccellente Franco Battaglia ha già provveduto a smontare le teorie catastrofiste secondo le quali la Terra brucia e noi prima o poi (comunque presto) moriremo arrostititi, poiché l'arsura sarebbe provocata da un eccesso di industrializzazione e da emissioni incontenibili di gas tossici. Tutte favole. D'altronde, se è assodato che la scienza ci fa capire tanti fenomeni (in ritardo), è altrettanto pacifico che molti scienziati raccontano fole, probabilmente in buona fede, ma ciò non li assolve.Basti pensare che un gruppo di cervelloni fece condannare Galileo Galilei perché questi, scandalizzando tutti, sosteneva il contrario delle convinzioni diffuse all'epoca, cioè che il mondo non fosse piatto come una lavagna, bensì sferico. Non si limitarono a sfotterlo, i suoi colleghi deficienti: lo perseguitarono con la benedizione del Papa. Da allora sono trascorsi parecchi secoli, ma i deficienti continuano a montare (...)(...) in cattedra e a dire bischerate, poi regolarmente smentite dai fatti.Intendiamoci, gli ecologisti, i verdi e similari non sono cattive persone e non è escluso che spesso abbiano ragione. Ma i loro dogmi non vanno presi e digeriti in blocco. Meglio riflettere caso per caso. Nei pregiudizi infatti incide molto la moda, che li rafforza e li spaccia per verità acclarate, quando, viceversa, sono spesso bugie ben vestite. Lasciamo perdere la questione climatica e affrontiamo altre faccende. In principio erano i no global, tempestivi nel contestare con la violenza la cosiddetta globalizzazione. Volevano fermare un processo inarrestabile, ossia impedire che le merci e la manodopera fossero internazionalizzate. Ignoravano che l'umanità, nel bene o nel male, va avanti, infischiandosene degli isterismi di alcuni bamboccioni scomposti e rumorosi nonché inclini a menare chi la pensa diversamente loro.Per anni, costoro si sono visti nelle nostre case, all'ora di pranzo e della cena, attraverso la tivù, mentre erano impegnati a spaccare tutto, anche la testa dei poliziotti incaricati di rabbonirli. Adesso i no global sono usciti di scena, non attaccano più: forse si sono globalizzati. Non ne sentiamo la mancanza. Il loro posto è stato preso dai no Tav, assai somiglianti a coloro che li hanno preceduti nell'arte sovrana di romper le balle e di menare le mani e non solo quelle. Non sopportano i treni, detestano le gallerie scavate nelle montagne, non si limitano a protestare utilizzando le corde vocali: prediligono la guerriglia, non quella urbana, bensì quella valligiana, dato che il terreno su cui agiscono è prevalentemente oltre i mille metri di altitudine.Avranno dei motivi, suppongo, però non li hanno saputi comunicare con efficacia. Del loro messaggio è passato soltanto che hanno in antipatia i convogli veloci, perfino il Frecciarossa, che ha ottenuto un successo indiscutibile: ti porta in meno di tre ore da Milano a Roma. Difficile comprendere, ma bisogna essere tolleranti, come non insegna Erri De Luca, perseguito per le sue idee sbagliate. Le idee, infatti, anche le più stravaganti, sono astratte, quindi non offensive se non messe in pratica. Da qualche tempo in qua i no Tav sono silenti. Che siano morti? Non saremmo così ottimisti. L'evoluzione, o l'involuzione della specie, ci offre oggi nuovi soggetti utili agli studi psichiatrici: i no triv. Che non significa ostili alla trivialità, ma alla trivellazione finalizzata all'estrazione di minerali, petrolio incluso. Se tu fai un buco in qualsivoglia luogo allo scopo di recuperare combustibili fondamentali per l'energia, di cui abbiamo bisogno per vivere decentemente, loro, i no triv, si incazzano di brutto e sono pronti alla battaglia. Non c'è verso di quietarli. Eppure siamo persuasi che anch'essi - almeno ce lo auguriamo - si lavino con l'acqua calda (quella fredda non la consigliamo nemmeno a loro), dispongano dove alloggino di caloriferi d'inverno e di aria condizionata d'estate, siano confortati dalla luce elettrica, si avvantaggino di un frigorifero eccetera. Si sono mai chiesti da che cosa siano alimentate tutte le comodità di cui usufruiscono?Le centrali nucleari le hanno bocciate due volte con altrettanti referendum. Odiano le ferrovie che non siano lumachesche. Non reggono la globalizzazione e gli scambi commerciali a vasto raggio. Combattono gli elettrodomestici e i termosifoni. Ma perché non se ne vanno al Polo Nord o in Africa? Perché non c'è niente da sfasciare? O perché qui si divertono a contrastare i propri stessi interessi? Impossibile solidarizzare con chi è talmente stupido da non rendersi conto di esserlo. Vabbé. Rechiamoci a Parigi onde apprendere perché d'inverno fa freddo e d'estate fa caldo, così da sempre e con andamento alterno. Non siamo nemici delle mode culturali, per carità, ma sono ridicoli i ragazzotti beoti che se ne lasciano contagiare.

E ci fanno ridere anche quei fessi che li applaudono.Vittorio Feltri

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