Cronache

In 135 con la Guardia costiera Stop di Salvini: si impegni l'Ue

I migranti salvati da un peschereccio e dai militari Il Viminale: «Niente sbarco se non si muove l'Europa»

In 135 con la Guardia costiera Stop di Salvini: si impegni l'Ue

Altri 135 migranti, a bordo di una nave della Guardia costiera con il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che non concede un porto di sbarco fino a quando «l'Europa non si impegna ad accoglierli». La sinistra già soffia sul fuoco parlando di nuovo braccio di ferro con il ministero dei Trasporti guidato da Danilo Toninelli, come nel caso Diciotti, ma in realtà il recupero dei migranti al largo di Malta è avvenuto in coordinamento con il Viminale.

Giovedì dalla Libia partono almeno 7 gommoni, un migliaio di migranti. Un centinaio annega dopo il naufragio al largo di Al Khoms vicino a Misurata. La Guardia costiera libica lancia tre interventi e riporta indietro i migranti. Altri tre gommoni si dirigono verso Malta e Lampedusa. Due sono più avanti e si trovano in zona Sar maltese. Uno viene individuato dal peschereccio italiano Accursio Giarratano e l'altro da un peschereccio tunisino. Malta chiede aiuto all'Italia in nome dell'asse politico che si è creato contro Francia e Germania, che vorrebbero scaricarci tutti i migranti che non hanno diritto all'asilo. «L'operazione viene concordata con il gabinetto del ministro dell'Interno. Nessun caso Diciotti» spiega una fonte de il Giornale coinvolta nel soccorso.

Il comandante del peschereccio italiano, Carlo Giarratano, conferma il coordinamento con il Centro di soccorso di Roma. «I migranti volevano salire a bordo, non glielo abbiamo permesso. Abbiamo comunque fatto tutto quello che era necessario per assisterli - spiega il capitano - Non nascondo che temevamo che tra di loro ci fosse qualche malintenzionato, ma non è stato così». Verso le 18 di giovedì la Guardia costiera fa salpare nave Gregoretti da Lampedusa. Una motovedetta della Guardia di finanza va a recuperare gli altri migranti individuati dal peschereccio tunisino. Poi tutti vengono imbarcati sul Gregoretti, che ospita, al momento, 135 migranti e punta verso l'Italia.

Dalle prime ore del mattino di ieri Salvini annuncia: «Nessun permesso allo sbarco finché dall'Europa non arriverà l'impegno ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave». Un gioco delle parti per mettere alla prova la latitante Unione europea. «Non esiste - spiega il vice premier - che l'Italia sia la discarica dell'Europa. Io sto ancora aspettando che vengano ridistribuiti migranti sbarcati l'anno scorso». Nave Gregoretti «non è grande - spiega la fonte de il Giornale - Nel giro di un paio di giorni dovremmo risolvere la situazione». A patto che intervenga l'Europa.

I pessimi rapporti di Salvini con il titolare dei Trasporti, Toninelli, responsabile della Guardia costiera, non aiutano, ma al contrario del caso Diciotti lo stesso Viminale ha concordato il soccorso con la Guardia costiera. In cambio i maltesi stavano intervenendo ieri pomeriggio sull'ultimo gommone partito giovedì, che si trovava a Sud dell'isola. Il solito Alarm phone, centralino dei migranti, aveva annunciato che «le persone a bordo non sono state in grado di inviarci una posizione Gps». E in seguito rilanciavano: «Speriamo che il regime di frontiera Ue non abbia prodotto l'ennesima tragedia mortale».

L'agit prop, Luca Casarini, ha annunciato che Mediterranea Saving Humans devolverà «10mila euro all'equipaggio del peschereccio siciliano, che ha soccorso per primo i migranti». Nel frattempo arriva nel Mediterraneo, la maxi nave Ocean Vikings, di Sos Mediterranee e Msf.

Ieri pomeriggio stava per passare Gibilterra diretta verso le coste libiche.

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