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Le accuse dell'ad di Consip "Ricatto dal clan di Tiziano"

Marroni in un verbale svelato dall'"Espresso": pressioni da Russo per favorire società sponsorizzata da Verdini

Le accuse dell'ad di Consip "Ricatto dal clan di Tiziano"

Normalizzatore in pubblico, grande accusatore nelle segrete stanze dei pm partenopei. Il doppio ruolo di Luigi Marroni, amministratore delegato di Consip, si dipana tra l'intervista concessa a Repubblica dopo l'arresto di Alfredo Romeo - che fa tremare la politica e soprattutto il «Giglio magico» - e il verbale di interrogatorio del 20 dicembre, anticipato ieri dall'Espresso.

MARRONI «RICATTATO» E IL FAVORE A VERDINI

E se oggi Marroni minimizza le richieste di favori giunte dalla politica, ai pm racconta di essere stato vittima di una sorta di ricatto, relativamente proprio agli appalti della centrale acquisti. A fargli pressione il «solito» Carlo Russo, l'imprenditore di Scandicci amico di babbo Renzi. Russo avrebbe chiesto senza mezzi termini a Marroni di favorire in una gara la società «sponsorizzata» da Denis Verdini, ricordando all'ad che doveva la sua prestigiosa poltrona in Consip proprio a Verdini e a Renzi senior. Al «ricatto», però, Marroni non avrebbe ceduto, sostenendo di essere stato «un muro di gomma». Anche nell'intervista Marroni ammette tentativi di influenza esterna, ma sostiene di averli sempre ignorati e si guarda bene dal fare nomi. Si limita a confermare di conoscere Tiziano Renzi, il papà dell'ex premier, e poi difende il buon lavoro fatto dalla Consip per far risparmiare le casse statali nell'anno e mezzo in cui è stato presidente. Nei verbali, suo malgrado, è invece proprio Marroni a inguaiare il «Giglio magico», raccontando di quella bonifica dalle microspie che aveva portato gli inquirenti al presidente Consip Luigi Ferrara e da questo alle presunte «fonti» della soffiata, ossia il comandante dell'Arma Tullio Del Sette, il numero uno della Legione Carabinieri Toscana Emanuele Saltalamacchia e il ministro dello Sport, Luca Lotti.

BOCCHINO, GLI 007 E LE FUGHE DI NOTIZIE

Proprio i pm romani, però, nella richiesta d'arresto per Romeo suggeriscono un'altra fonte per la fuga di notizie. Anche Romeo, infatti, avrebbe saputo dell'esistenza di un'indagine a suo carico già da settembre 2016. L'avrebbe scoperto «grazie alla costante attività di relazione del suo sodale Bocchino, suo consigliere strategico con capacità di accedere ad informazioni riservate anche grazie al suo trascorso di deputato e membro del Copasir» e ai suoi contatti - concludono i pm - con l'intelligence.

QUELL'EX AD CONSIP RIMASTO INFLUENTE

Nelle chiacchierate intercettate tra Romeo e Bocchino, è citato anche l'ex amministratore delegato di Consip Domenico Casalino che il governo Renzi sostituì con Marroni. Gli inquirenti restano perplessi per i riferimenti all'ex manager, frequenti a proposito del lotto della gara FM4 che interessava anche alla francese Cofely, che la procura sospetta potesse essere sponsorizzata da Denis Verdini. Secondo il gip, Bocchino parla spesso di Casalino perché, ancora a febbraio del 2016, «era in grado di infiltrarsi nella Consip, nonostante non fosse più amministratore delegato, probabilmente in quanto autore delle nomine della commissione di gara FM4 del 7 luglio 2014 e quindi di un residuo potere di condizionamento illecito». A conferma di questo, le intercettazioni nelle quali ora Bocchino ora Romeo, preoccupati per i rumors intorno alla gara, si ripromettono di parlarne con «Domenico».

IL «PENTITO» GASPARRI E I DUBBI SULLE GARE

La Consip doveva rendere puliti e convenienti gli appalti pubblici, ma si è ritrovata invischiata in una brutta e per niente nuova storia di tangenti con sullo sfondo politici di «alto livello», dice il gip, e imprenditori. Inevitabile il ruolo chiave dell'architetto Marco Gasparri, che dopo aver intascato 100mila euro da Romeo per aver fatto da «prototipatore» calibrando le offerte dell'imprenditore a misura di bando, appena sente odore di inchiesta entra in crisi e scappa a confessare tutto, aprendo agli inquirenti uno spaccato più che decennale di prassi poco ortodosse all'interno di Consip, dove secondo pm e gip erano in tanti - non solo Romeo - a cercare strade privilegiate. Per questo l'inchiesta spaventa a tutti i livelli.

E BABBO RENZI OGGI VA DAI PM

Dovrebbe tenersi nel pomeriggio l'interrogatorio di Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze con Carlo Russo: i due per i pm «si sarebbero fatti promettere indebitamente da Romeo somme mensili come compenso per la loro mediazione presso Marroni».

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