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Adesso il fronte della famiglia spacca il governo

La polemica sul Congresso mondiale della famiglia di Verona rischia di compromettere ancora di più l'armonia del governo. E c'è un mistero attorno al patrocionio della presidenza del Consiglio dei ministri

Adesso il fronte della famiglia spacca il governo

Quanto sta accadendo attorno al Congresso mondiale delle famiglie, seppure con le dovute proporzioni rispetto al "caso Tav", rischia di compromettere ancora di più l'armonia interna dell'esecutivo. Gli esponenti del governo, come avevamo scritto qualche giorno fa, hanno opinioni difformi sull'evento che avrà luogo a Verona dal 29 al 31 marzo. Sullo sfondo ci sono due distinte visioni del mondo: quella del MoVimento 5 Stelle, che sulla bioetica - l'argomento di base della due giorni - ha un approccio liquido, indefinito e un po' situazionista, e quella della Lega di Matteo Salvini, che è sempre stata intransigente su determinate aperture - come sulla diffusione della ideologia gender nelle scuole pubbliche - e che si è spesso schierata per la tutela di quella che viene chiamata "famiglia tradizionale".

La manifestazione è organizzata da una serie di sigle pro life. Ma per l'altro vicepremier, cioè per Luigi Di Maio, quella che presenzierà a Verona è una "destra degli sfigati". Il grillino lo ha affermato, come riporta pure Repubblica, durante la puntata di Di Martedì andata in onda ieri sera. Rimanendo su questo piano, il tutto acquisirebbe un signficato esclusivamente ideologico: il Congresso affronterà macrotemi sui quali le due forze politiche la pensano in maniera diversa. Il contratto stipulato per dare vita a questa alleanza, del resto, non tratta di bioetica et similaria. Pure se non sono pochi i cattolici ​che continuano a dirsi preoccupati a causa di questa assenza. L'ultimo fronte sul quale il governo pare destinato a dividersi - nel novero di questo ambito specifico - è quello della legge d'iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia. Il presidente della Camera Roberto Fico ha richiesto un interessamento del Parlamento. C'è un po' di bagarre, insomma, soprattutto perché resta difficile immaginare che i gialloverdi possano disporre su una materia così delicata. Tornando a Verona, il casus belli vero e proprio rischia di nascere per la concessione o per la non concessione del patrocinio/logo di palazzo Chigi.

Il "mistero" è stato alimentato da una serie di dichiarazioni che si sono susseguite: sembrava, come si può apprendere sull'edizione odierna di Libero, che il presidente del Consiglio avesse optato per la revoca. Il ministro Lorenzo Fontana, che giocherà in casa, si sarebbe detto dispiaciuto. In mattinata, però, è arrivata la smentita: per gli organizzatori del Congresso mondiale delle famiglie, il professor Giuseppe Conte e i suoi non hanno fatto alcun passo indietro. Sulla home della due giorni compare in bella vista, cioè in basso a sinistra, il logo della Pdc, con la specificazione relativa al ministero per la Famiglia e per la Disabilità. Sembra insomma che questa "destra di sfigati" questo patrocinio possa vantarlo.

Jacopo Coghe, che è il vicepresidente del XIII Congresso Mondiale delle Famiglie, ha spiegato a IlGiornale.it di voler "lasciare la polemica del patrocinio ad alcuni politici ideologizzati" e anzi ha rinnovato "l'invito a Di Maio e Spadafora (il sottosegretario è il più critico sulle ragioni dei pro life, ndr) a venire a Verona". In quella circostanza, dice uno degli organizzatori, i membri del governo potranno "ascoltare quali sono i problemi e le necessità delle famiglie italiane".

Si evidenzia spesso come destra e sinistra abbiano fatto il loro tempo, ma quando le piattaforme valoriali di Lega e MoVimento entrano in collisione, sembra di assistere a un revival del bipolarismo.

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