Politica

Aereo nella bufera, terrore a bordo

Volo Alitalia Roma-Milano bersagliato dalla grandine: riuscito l'atterraggio d'emergenza a Napoli

Un aereo dell'Alitalia decollato ieri mattina da Roma Fiumicino è stato costretto a deviare su Napoli per un violento temporale che lo ha colpito in fase di decollo. La furiosa grandinata alla quale si è trovato esposto l'Airbus 319 delle 8 diretto a Milano Linate ha danneggiato i vetri della cabina di pilotaggio e l'intero muso del velivolo, a cominciare dal «radome», quella specie di naso posto sulla punta della macchina, che contiene vari sensori tra i quali il radar meteo. Ragioni queste che hanno indotto il comandante, Alessandro Palma, a cambiare rotta; l'aeroporto più vicino disponibile – escluso Fiumicino, avvolto dal maltempo – è risultato Napoli Capodichino al quale è stato chiesto un atterraggio «prioritario». Pochi minuti dopo l'aereo è atterrato normalmente. I 110 passeggeri, a parte lo spavento e l'imprevisto, non hanno subito alcun danno, così come i cinque membri dell'equipaggio. Molti passeggeri sono ripartiti in mattinata per Milano Linate, con un volo Alitalia da Napoli, mentre altri hanno preferito rientrare a Roma con un pullman messo a disposizione della compagnia. In un primo tempo si era sparsa la notizia che l'Airbus fosse stato colpito da un fulmine; in realtà si è trattato soltanto una grandinata straordinaria: «Abbiamo sentito una forte scossa, un po' come se ci fosse un vuoto - hanno raccontato Davide Stefano Olgiati e Mariagrazia Lacanea - e il pilota ci ha detto che era grandine grossa come una pallina da tennis». «Ho visto l'aereo quando sono sceso - ha aggiunto un altro passeggero da poco arrivato nella sala arrivi di Linate - mancava il musetto, tutta la parte davanti». Un episodio del tutto analogo a quello accaduto accaduto solo pochi giorni fa negli Stati Uniti, a una aereo della Delta diretto da Boston a South Lake City. Grandinate eccezionali, seppur rare, si verificano anche ad alta quota. Nel caso del volo Alitalia di ieri, l'Airbus è stato «attaccato» a un'altitudine di poco meno di 15 mila piedi, a una velocità di 250 nodi, ancora in fase di decollo, a pochi minuti dalla pista di Fiumicino dalla quale si era levato.

Su Roma ieri i temporali si sono susseguiti dalle cinque del mattino, ma alle 8, quando l'aereo per Linate è decollato, le previsioni meteo non indicavano in tutta la sua violenza la precipitazione che lo attendeva in mezzo alle nubi. Al controllo aereo di Napoli è stato richiesto un atterraggio «prioritario», e non «d'emergenza». La differenza tra le due modalità è intuibile: la priorità è accordata a quell'aereo in momentanee condizioni di difficoltà, che tuttavia non ha bisogno di particolari assistenze; l'emergenza invece riguarda quegli atterraggi svolti in condizioni critiche, il cui esito è incerto o può comunque mettere a rischio l'incolumità dei passeggeri.

Tra i più recenti atterraggi d'emergenza occorsi a velivoli Alitalia, qualcuno ricorderà forse quell'Airbus 320 proveniente da Madrid che nel settembre 2013 ha toccato terra a Fiumicino senza uno dei carrelli posteriori, che non si era aperto. In quel caso il pilota dovette manovrare l'aereo in modo tale da equilibrare il peso in condizioni di instabilità. L'Airbus è stato sottoposto a verifiche nelle officine di Napoli Capodichino.

La compagnia ha sottolineato «la professionalità dell'equipaggio e l'ottimo stato di manutenzione dell'aereo».

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