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Affondo di Berlusconi: "Il Vesuvio che brucia è il fallimento del Pd"

Il Cavaliere al lavoro per una coalizione vasta e inclusiva: "Recuperiamo i delusi"

Affondo di Berlusconi: "Il Vesuvio che brucia è il fallimento del Pd"

L'immagine è suggestiva. Quella del Vesuvio in fiamme, come «simbolo del fallimento della sinistra nel governo nazionale e locale». Silvio Berlusconi, nel messaggio inviato agli Stati Generali del centrodestra a Napoli, sottolinea che quando c'era lui alla guida del Paese le cose andavano «in modo ben diverso».

Il leader di Forza Italia, rientrato ad Arcore dalla Sardegna, sta facendo chiarezza su obiettivi, alleanze e programmi: smontati i timori di «inciucio» con Matteo Renzi e rinsaldata l'alleanza con Matteo Salvini, vuole allargare al centro la nuova «coalizione vasta e inclusiva», liberale e moderata, con Lega e Fdi ma anche con i vari gruppi che popolano il centro, soprattutto gli «ex», attirati dalle sirene Pd e ora disillusi.

Il Cavaliere parla ai napoletani e ai meridionali, ma la sua è un'ottica nazionale, quella di un centrodestra «maggioranza naturale» in Italia, che «tornerà a vincere» recuperando «delusi, disgustati, rassegnati». Si può arrivare al 30 per cento, ripete ai suoi, al 40. E con la giusta legge elettorale - per lui, il proporzionale alla tedesca, magari con un premio alla coalizione - Palazzo Chigi è a portata di mano.

Pensa ai 10 milioni di voti persi, Berlusconi. «Questo rifiuto della politica, assolutamente giustificato, si traduce nel voto di protesta a sostegno dei Cinque Stelle, oppure nell'astensionismo. Due pericoli diversi ma altrettanto gravi per la nostra democrazia». Un allarme che vuole tradurre in impegno politico: «Abbiamo il dovere e la possibilità di riportare a casa quel voto, offrendo un'alternativa vera, seria, affidabile».

Agli elettori del Sud, l'ex premier ricorda che i governi di centrodestra «hanno liberato, dieci anni fa, Napoli e la Campania dalla morsa dei rifiuti in soli 58 giorni»; hanno realizzato l'alta velocità tra Milano, Roma e Napoli; hanno investito nel Sud «più di qualunque altro governo della storia repubblicana» e «inflitto colpi determinanti alla criminalità organizzata».

Sa di rivolgersi in particolare alle popolazioni più colpite dall'arrivo di milioni di migranti e sottolinea anche in questo campo la differenza tra l'esperienza dei tempi suoi e di adesso, puntando l'indice su «errori, negligenze, approssimazione» degli ultimi esecutivi Pd. «I nostri governi - dice il Cav - avevano bloccato gli sbarchi, quelli di sinistra non soltanto li hanno incoraggiati con una politica fatta di incertezze e falso buonismo, ma hanno accettato e sottoscritto ufficialmente la decisione europea per la quale tutti i migranti soccorsi in mare, da navi di qualsiasi nazionalità, vengano condotti nei porti italiani. Naturalmente nei porti del Mezzogiorno che sono nel cuore del Mediterraneo». Questa «scelta irresponsabile», per il leader azzurro, sarebbe più grave se fosse stata «merce di scambio»: la nostra «acquiescenza» verso l'Europa per ottenere maggiore flessibilità sui conti pubblici e «raccogliere più consenso elettorale».

Berlusconi accusa: il dramma del Sud Italia, il cui divario con il Nord si è aggravato, «non trova spazio nell'agenda dei governi di sinistra», che fanno pagare al Mezzogiorno «il prezzo di politiche sbagliate».

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