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Ai poliziotti aumenti da fame «Il governo ci vuole umiliare»

L'esecutivo propone tra i 3 e i 5 euro in più in busta paga agli agenti. La categoria in rivolta Il segretario del Sap Tonelli: "Renzi e Alfano pensano di punirci, diciamo no all'elemosina"

Ai poliziotti aumenti da fame «Il governo ci vuole umiliare»

Milleduecentocinquanta euro. Al mese. È lo stipendio di un poliziotto alla sua prima nomina. Ma ora il governo vuole cambiare verso alla sua busta paga e nel nuovo contratto di lavoro sta discutendo se aumentarla tra i tre e i cinque euro. Una decisione sofferta a quanto pare. Ecco l'Italia col segno più millantata sulle slide di Matteo Renzi, che per raccattare un po' di soldi non si vergogna di far fuoco sulla polizia.

Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato autonomo di polizia (Sap), 52 anni, laureato, ispettore capo, di euro al mese ne prende 1.850, con oltre vent'anni di servizio alle spalle. Domenica scorsa era in piazza a Bologna, invitato da Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, accanto ai suoi colleghi che per milleduecentocinquanta euro al mese si sono presi le bomba carta sulla faccia. «Questo governo è in scacco del “partito dell'antipolizia” dei Boldrini, Manconi, Saviano e De Luca e ci vuole punire con una strenna natalizia infiocchettata di umiliazione e disprezzo. Noi questa elemosina non la vogliamo. Visto che è acclarato che Renzi e Alfano tengono più ai delinquenti che ai tutori dell'ordine, allora che li dessero a loro questi spiccioli», commenta Tonelli che non concepisce come i tre giovani attivisti dei collettivi fermati a Bologna siano subito stati rimessi in libertà. «I professionisti del disordine pubblico hanno campo libero. Denunciati anche 60-70 volte non sono mai stati condannati. Allora chiedo ad Alfano e Renzi: è giusto secondo loro tirare bombe carta in faccia ai poliziotti?». Domanda che va ad aggiungersi alle tante che non hanno ricevuto risposta. «Prima ho puntato sul ministro Alfano pensando che contasse qualcosa. Poi ho scritto a Renzi, a Delrio e persino alla Madia. Nessuno ha risposto. Questo governo non vuole ascoltarci. È inaccettabile non tanto che si rifiuti di concertare le decisioni, ma che non accetti persino di parlarci. Se sei un ingegnere come fai a costruire un palazzo se non vai mai in cantiere e non ascolti le maestranze almeno una volta? Io questa la chiamo arroganza e spocchiosità istituzionale».

Il taglio agli organici è diventato insostenibile e rischia ora di portare al collasso l'intero apparato della sicurezza. In tutte le forze di polizia mancano 45mila uomini di cui 18mila nella polizia di Stato dove hanno deciso di tagliare 400 presidi. Non solo sono pochi, ma i pochi che ci sono vengono tenuti vicini alla soglia di povertà. «Tanto per fare un esempio, a Bologna il commissariato Bolognina Pontevecchio - spiega Tonelli - con sessanta poliziotti riceve appena 96 euro annuali per tutta la cancelleria e per pulire gli 810 metri quadrati di superficie ha a disposizione un'impresa per due ore alla settimana. Hanno tagliato di tutto, non esiste formazione professionale, le volanti hanno oltre 200mila chilometri, i pneumatici sono consumati e se si guastano non ci sono i soldi per le riparazioni. Le divise poi ce le dobbiamo comprare da soli perché a noi danno solo due magliette e due pantaloni. Troppo comodo nascondersi dietro la dittatura dei ragionieri di Stato che considerano i numeri in maniera sterile. La politica avrebbe il dovere di fare le scelte rispetto alle priorità. Questo governo non lo fa».

Prossima mossa del Sap una manifestazione della polizia a Pontassieve.

Tanto Renzi a casa non c'è mai.

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