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Alfano minaccia il governo, Salvini non chiude. La trattativa che spiazza alleati e avversari

Il leader dei centristi avverte: "Riteniamo di avere mani libere". Gli ex Pd: meglio del Verdinellum

Alfano minaccia il governo, Salvini non chiude. La trattativa che spiazza alleati e avversari

Roma - Lo spariglio di Silvio Berlusconi sul sistema elettorale tedesco ha di fatto spaccato gli equilibri parlamentari rimettendo al centro della scena il Cavaliere. Forza Italia, d'altro canto, ha sempre espresso la propria preferenza per il proporzionale. In primo luogo, questo sistema elimina sin dall'inizio l'incognita M5s rendendola inoffensiva. In secondo luogo, proprio la natura moderata del partito berlusconiano viene riportata in primo piano, obbligando di fatto gli altri partiti di centrodestra a non esagerare con il populismo.

Nell'elenco di un ipotetico cui prodest non può mancare il Pd di Matteo Renzi perché l'intesa con il Cav gli consentirebbe di raggiungere l'obiettivo che si era prefissato sin dalla sconfitta del 4 dicembre: andare alle urne quanto prima. D'altronde, se lo stesso capogruppo piddino, Ettore Rosato, ha detto che «il voto anticipato non è certo un tabù», è chiaro che i renziani sono disponibili al confronto con il Cav. E altrettante disponibilità è stata manifestata dai bersaniani di Mdp. «Ogni passo verso l'archiviazione del Verdinellum è positivo, perché è un pasticcio ed è totalmente sbagliato», ha dichiarato ieri Roberto Speranza aggiungendo che «se si lavora per superarlo, è un fatto positivo». Al di là della polemiche, anche in questo caso è chiaro come una legge proporzionale tir fuori d'impaccio gli scissionisti in quanto rende obbligatoria la convergenza con il Campo progressista di Pisapia per raggiungere la soglia di sbarramento del 5 per cento. Fissata la quale anche sinistra italiana dovrà adeguarsi, pena la scomparsa.

Al partito dei «perplessi» va iscritta invece la Lega Nord, anche se ieri Matteo Salvini ha dato il suo via libera («Noi siamo d'accordo, gli italiani votino entro settembre, e poi avremo una proposta seria, coerente, realizzabile»). «Non piacciono i minestroni, perché i minestroni alla Monti hanno partorito la legge Fornero», ha poi sottolineato il leader leghista alludendo a una possibile convergenza post-elettorale tra Pd e Forza Italia. E un'eventuale grosse Koalition non piace a Fratelli d'Italia. «Il centrodestra faccia un tavolo sulla legge elettorale per immaginare una proposta comune e condivisa perché andare in ordine sparso indebolisce tutti», ha commentato Giorgia Meloni.

Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, è il più inviperito di tutti: il sistema tedesco cancellerebbe infatti la sua Alleanza popolare. «Il Pd sta facendo alleanze solo fuori della maggioranza di governo. Quindi noi riteniamo di avere le mani libere», ha chiosato cercando di minacciare l'alleato più forte. Ma i più contrariati sono i grillini che, ove venisse approvata la proposta berlusconiana, resterebbero numerosi, chiassosi e ininfluenti.

«Finché provano ad arginarci vuol dire sempre che siamo i loro nemici e per noi è una referenza», ha sottolineato il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, che non arretra di un millimetro rispetto alla loro proposta-base («l'unica legge sicuramente costituzionale in questo momento è quella venuta fuori dalla Consulta»), destinata a restare inascoltata.

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