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Altro che "caso morto" L'indagine su Alfano fa tremare il governo

La sfiducia dei grillini al ministro sotto accusa incombe E l'università di Enna al centro del caso è una creatura Pd

Altro che "caso morto" L'indagine su Alfano fa tremare il governo

A ltro che «caso nato morto», come ha provato a liquidarlo giovedì sera il ministro dell'Interno Angelino Alfano. L'inchiesta della Procura di Roma che vede il titolare del Viminale indagato per abuso d'ufficio per il trasferimento di un prefetto rischia di diventare un terremoto per il governo. Per la mozione di sfiducia ad Alfano, annunciata da M5S, che sarà presentata al Senato. E per gli intrecci tutti in salsa Pd che, a prescindere dalle responsabilità di Angelino, stanno venendo fuori in relazione a quell'enclave democrat (nel 2012 andò a tenere una lectio magistralis l'allora segretario del partito, Pier Luigi Bersani, a fine gennaio doveva essere il ministro Dario Franceschini a inaugurare la nuova biblioteca, ma poi diede forfait) che è l'università Kore di Enna al centro del caso. Enclave di cui è dominus un Pd che Renzi&co vorrebbero archiviare, quel Vladimiro Crisafulli detto Mirello, un tempo sovrano assoluto della cittadina (celebre il suo: «A Enna io vinco col maggioritario, col proporzionale e pure col sorteggio»), ora sconfitto ma pur sempre potente.

Pure l'«impresentabile» Mirello (per i garanti del Pd che nel 2013 gli impedirono di candidarsi alle Politiche anche se in realtà non ha mai avuto condanne per mafia) è indagato per abuso d'ufficio con il ministro Alfano, in quest'inchiesta scaturita da un rapporto che l'ex procuratore di Enna, Calogero Ferrotti, ha girato al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone. Secondo l'ex pm, indizi di pressioni sul ministro perché spostasse da Enna il prefetto Fernando Guida che aveva avviato il commissariamento della Kore ci sono, eccome se ci sono. Anzi c'è di più, visto che, per Ferrotti, i vertici della Kore pensavano di contattare anche la senatrice Anna Finocchiaro, che però non si attivò. Di qui il suo rapporto ai pm romani. Di qui Alfano indagato.Crisafulli smentisce tutto.

Anzi ironizza: «Per abusare di un ufficio bisogna averlo...». Ma sono proprio le sue intercettazioni col segretario particolare del viceministro Filippo Bubbico, Ugo Malagnino (entrambi sono indagati, ndr) a inguaiare indirettamente Angelino visto che parlano, dicono i pm, della necessità di trasferire il prefetto, e dicono: «Dobbiamo fare presto, dobbiamo risolvere questa cosa prima che il ministro parta per le vacanze». In effetti il trasferimento di Guida arriva il 23 dicembre. E viene accolto con sorpresa, visto che è a filo della scadenza dei due anni, il tempo minimo di permanenza nella stessa sede, in genere, di un prefetto. A denunciare platealmente il siluramento di Guida è proprio il procuratore Ferrotti, il 12 gennaio scorso, alla festa per il suo pensionamento. E ancora più platealmente, nella stessa occasione, è il procuratore generale di Caltanissetta, Sergio Lari, a tuonare: «Sono stati posti aperti tentativi di bloccare un'indagine della magistratura e di delegittimare con una denuncia fatti inesistenti, contro chi stava conducendo quelle indagini».

Il riferimento è proprio a Ferrotti, titolare dell'inchiesta per malversazione su Crisafulli e i vertici della Kore, a propria volta denunciato al Csm da un legale vicino all'università. Veleni, guerre interne al Pd. È da questo intreccio che Alfano rischia di essere schiacciato. Il titolare del Viminale ha dalla sua due fatti: il commissariamento della Kore, a dispetto del trasferimento del prefetto, è stato completato ugualmente, lo scorso 30 gennaio; e lo stesso Guida ha detto che il suo trasferimento era stato concordato, anzi che era stato lui a chiederlo per stare più vicino alla famiglia, a Roma. Quasi una botte di ferro, per Alfano. Se non fosse per la sfiducia dei grillini che incombe.

E per quel Pd dilaniato dopo il voto sulle unioni civili che può riservare sorprese.

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