Economia

Altro che Libra, in Borsa è corsa all'oro

La guerra dei dazi e le mosse della Fed spingono il metallo al top da 6 anni

Altro che Libra, in Borsa è corsa all'oro

Proprio mentre il mercato delle criptovalute torna in auge con l'annuncio di Libra, la nuova moneta voluta da Facebook e con il ritorno sopra quota 9mila dollari del Bitcoin, gli investitori grandi e piccoli si lanciano in una vera corsa all'oro. Così il metallo giallo è tornato su livelli che non vedeva dal maggio 2013, spinto dalla crescente richiesta di beni rifugio «tradizionali». A fine seduta lo score è stato di 1396,9 dollari l'oncia, in rialzo del 2,16 per cento.

A fare salire il termometro della paura, hanno contribuito le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente e l'escalation della guerra commerciale tra Cina e Usa. Così gli investitori si sono rimessi alla ricerca di «beni rifugio» tangibili, concreti. Posto che l'oro si può acquistare in modo «evoluto» sia tramite appositi strumenti finanziari (a partire dai fondi e dagli Etf che puntano sul metallo giallo) sia sotto forma di lingotti o monete, come le «intramontabili» Sterline d'oro e i Marenghi. Che, a dispetto di un mondo tutto digitale, rimangono uno dei doni più diffusi tra le famiglie italiane per esempio anche in occasione di un battesimo.

Ma in Borsa a mettere il turbo al metallo giallo è stata soprattutto l'inversione di rotta della Federal Reserve che mercoledì ha fatto trapelare un prossimo taglio dei tassi di interesse, in linea con le pressanti richieste del presidente Usa Donald Trump di avere un dollaro più competitivo sui mercati internazionali. «Si tratta di un autentico cambiamento strutturale nella politica monetaria», rincara Ned Naylor-Leyland, gestore del fondo Merian Gold&Silver di Merian Global Investors. E gli effetti non si sono fatti attendere: calo del rendimento dei titoli di Stato americani (i Treasury), indebolimento del biglietto verde e appunto lo sprint dell'oro.

«Il mercato sta prezzando la probabilità di tre tagli dei tassi di interesse nel 2019 e, precisamente, sconta già il 100% di una prima sforbiciata a luglio», commenta Peter Rosenstreich, a capo della strategia di Swissquote che aggiunge: «Con le attese di una nuova svalutazione della divisa americana, l'oro non ha potuto che risalire sulla base della storica correlazione inversa che il metallo prezioso ha con i rendimenti di Titoli di Stato».

A sostenere i prezzo dell'oro concorre infine lo shopping sfrenato in India dove le importazioni del metallo prezioso sono cresciute lo scorso maggio del 36% rispetto allo stesso mese del 2018 per sopperire alle richieste di clienti e gioiellieri. Proprio in India peraltro è partita una prima sperimentazione di servizi di pagamento (Whatsup Pay) per il gruppo di Zuckerberg, mentre per Libra occorrerà attendere l'inizio del 2020.

Libra punta a proporsi come uno strumento di pagamento di facile utilizzo con un valore stabile legato a un paniere di valute che dovrebbe proteggere la moneta digitale da eccessivi scossoni sul fronte delle quotazioni. Un rischio che, negli ultimi mesi, ha affossato i valori delle prime valute digitali dopo il boom di tre anni fa, tanto che il Bitcoin è sceso lo scorso marzo sotto ai 4mila dollari, dopo aver toccato quota 19.800 a dicembre 2017, per poi risalire rapidamente fino ai 9.

366 dollari di ieri in un vortice di quotazioni che rende il Bitcoin più un investimento alternativo ad altissimo rischio, che non una valuta.

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