Cronache

Anche le bestie hanno i loro pensieri. Lo dice la scienza

Scimmie, delfini e pappagalli capiscono "elementi basici" del linguaggio umano

Anche le bestie hanno i loro pensieri. Lo dice la scienza

Racconta Clive Wynne, scrittore ed esperto di comportamento animale americano: «Avevo 13 anni, quando Benji entrò nelle nostre vite. Con i suoi profondi occhi bruni, le orecchie pendule e il suo carattere socievole, è stato il mio miglior compagno durante la mia adolescenza, il mio miglior amico. Quando gli parlavo inclinava la testa quasi volesse capire meglio quanto dicevo e, nonostante fosse un cane, avevo la netta impressione che comprendesse i miei problemi giovanili al di là delle parole che mi uscivano di bocca. Benji ci ha lasciati 15 anni fa ma non ho mai smesso di chiedermi se un animale può pensare ed essere consapevole di sé».

Per molte persone la ricerca sugli animali ha consentito di diagnosticare e prevenire o curare alcune malattie umane, come le epatiti virali, la malaria, la malattia della mucca pazza e la fibrosi cistica. Per molte altre, sempre più numerose, la ricerca sugli animali è solo fuorviante, visto che si tratta di organismi molto diversi e saranno i modelli sostitutivi a determinare il successo della scienza medica, per la nostra salute, in un prossimo futuro ormai alle porte. Fatto sta che la ricerca su molte malattie è stata portata avanti largamente sui primati, quali gli scimpanzé, le scimmie non antropomorfe più vicine a noi, ma non sono state esclusi gli altri grandi primati.

Numerose persone e scienziati, vista la vicinanza tra l'uomo e queste scimmie, hanno convinto alcune nazioni ad adottare regole che parificano i loro diritti a quelli dell'uomo. Le scimmie sono esseri consapevoli e quindi non possono essere imprigionate, torturate o private del loro ambiente. Se così è, aveva ragione Peter Singer, filosofo e fondatore di movimenti per i diritti degli animali, quando sosteneva che condurre esperimenti cruenti sugli scimpanzé equivaleva a farlo su bambini orfani.

La coscienza si basa su tre fondamenti. La capacità di comunicare, il riconoscere se stessi dagli altri, e la teoria della mente che rende edotti del fatto che esistono altre menti pensanti oltre alla propria. I primati, alcuni dei quali resi famosi dalla loro incredibile abilità, hanno superato questi tre gradini. Quindi, i primati pensano e sono consci di se stessi.

Sebbene non possa essere possibile per gli animali, almeno fino a oggi, comporre capolavori musicali come Beethoven o Mozart, la scienza sta scoprendo le loro incredibili abilità che una volta pensavamo possedessero solo le persone. Animali diversi, come i polipi, i delfini, le scimmie e gli uccelli utilizzano strumenti. Scimmie, delfini e pappagalli possono capire alcuni linguaggi umani di base. Altri animali dimostrano empatia e altruismo. Alcune scimmie, elefanti e delfini hanno mostrato, mediante i test con gli specchi che l'immagine è un riflesso del proprio corpo.

E il cane? Ha un cervello simile al nostro (simile, non uguale). Le ricerche hanno dimostrato che è in grado di provare ottimismo, ansia, gioia, terrore, depressione e sindrome post traumatica, tanto da rispondere, come l'uomo alle terapie antidepressive.

Probabilmente non saremo mai in grado di capire come pensa un animale, proprio come possiamo non riuscire a capire cosa pensano i nostri amici o i nostri familiari, ma ciò che è importante ricordare è che siamo solo una di molte specie che, come noi, sono consapevoli e sono in grado di sentire emozioni, dolori o piacere.

E il gatto? Beh, lui è un alieno. Viene da un altro pianeta.

Probabile che lui pensi che noi non sappiamo pensare.

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