Cronache

Aneri, l'uomo che la dà a bere ai vip

In un libro incontri, immagini, amici e aneddoti dell'imprenditore veneto del vino

Aneri, l'uomo che la dà a bere ai vip

È un profeta del marketing. Quando era direttore generale degli spumanti Ferrari, in una finale di Coppa dei Campioni di basket, nel 1982, portò per festeggiare i vincitori «bottiglie con doppia etichetta, in modo tale che, comunque le si girasse, il nome lo vedevi sempre e telecamere e macchine fotografiche non potevano fare a meno di inquadrarlo».

Lui è Giancarlo Aneri, imprenditore di Legnago, nel veronese. E il ricordo è di Gabriele Tacchini, giornalista che di Aneri è amico proprio da quella sera di 35 anni fa a Colonia in cui si stupì di un'operazione di marketing tanto spicciola ma tanto efficace. Un'amicizia propiziata dal fatto che Aneri, bontà sua, ha una vera passione per il giornalismo e per i giornalisti, e ha inventato anche il premio, «èGiornalismo», che quest'anno compie 22 anni e il cui racconto fotografico costituisce una parte consistente del libro che i due hanno scritto insieme: «è una storia italiana». Sottotitolo: «Appunti di un lungo viaggio». Un modo per celebrare un uomo che oggi si divide tra due aziende: la vini Aneri, a Legnago, che produce Amarone della Valpolicella e Prosecco, e la èGroup che ha sede in Toscana e con la quale fa olio e caffè. Tutto di nicchia.

PREMIO ÈGIORNALISMO

È nato nel 1995 dalla passione di Aneri e dalla collaborazione con tre mostri sacri del giornalismo italiano: Indro Montanelli, Giorgio Bocca ed Enzo Biagi. Divertente la lettera con cui i «tre vecchi» informarono nel 1996 un giovane Gianni Riotta del successo: lo nominarono loro successore « a patto che tu sappia aspettare con decenza, cioè senza mostrartene troppo impaziente. Tra gli ultimi premiati anche Rosario Fiorello, a cui fu riconosciuto il ruolo mediatico di «giornalista-giornalaio».

AMICI

Sfilano le immagini delle persone che hanno accompagnato il viaggio di Aneri, messe con un certo stile in ordine alfabetico: il primo è quindi Giovannino Agnelli («un vero peccato che se ne sia andato giovanissimo») di cui Aneri ricorda un episodio: «Un giorno mi aiutò a indossare il mio cappotto di cachemire, lo accarezzò, dicendomi: Siamo ricchi, eh?. Detto da lui... E io ribattei: Non siamo ricchi ma spendiamo bene i soldi»). Di Enzo Ferrari Aneri ricorda il desiderio di sedere nel corso di una serata accanto a Ugo Tognazzi per togliersi una curiosità, se l'attore fosse andato a letto con Romy Schneider durante le riprese de La Califfa. La domanda fu posta non senza imbarazzo e l'attore cremonese se la cavò con una «smorfia che poteva significare tutto e niente» e con la risposta evasiva: «Ah, commendatore...».

INCONTRI RAVVICINATI

Ci sono poi le persone che hanno lasciato una traccia: Silvio Berlusconi («appassionato del mio Amarone, lo ha fatto servire anche ai pranzi con Putin»), Flavio Briatore («quando è stato eletto Donald Trump mi ha chiamato perché voleva mandare tre magnum del mio Amarone personalizzate al neopresidente americano che però dovevano arrivare nel più breve tempo possibile. In poco più di 24 ore abbiamo fatto tutto...»). Tra gli amici anche Michele Ferrero, a cui Aneri attribuisce la nascita del suo spirito imprenditoriale: «Compravo i cioccolatini Ferrero e li tagliavo in quattro: li pagavo 15 lire l'uno e li vendevo a 10 lire al quartino». E di Andy Warhol Aneri ricorda una sera al Toulà di Milano, quando si fece autografare dall'artista americano un piatto e tutti poi fecero lo stesso: «Credo che quella sera al Toulà ci abbiano rimesso un bel po' di piatti».

QUI WASHINGTON DC

E poi ci sono i leader Usa, a cui Aneri ha fatto assaggiare in varie occasioni i suoi prodotti: George W.

Bush, che il 3 agosto 2001 scrisse una lettera all'imprenditore per ringraziarlo della sua «premura» dopo avergli servito nel G8 a Genova il suo caffè e regalato il suo olio, Edward Kennedy, Barack Obama, Ronald Reagan.

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