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M5S al Colle: "Non firmi Rosatellum". Mattarella: "È mio dovere"

Il M5S protesta al Senato contro il Rosatellum: "Su questa penombra contano i ladri. Dovreste essere incriminati per apologia del fascismo"

M5S al Colle: "Non firmi Rosatellum". Mattarella: "È mio dovere"

Dopo essersi bendati in piazza Pantheon a Roma, al Senato va in scena una nuova protesta a Cinque Stelle contro la riforma della legge elettorale.

Niente urla o "sceneggiate" in Aula, stavolta. I senatori del M5S si sono limitati ad abbandonare l'Emiciclo mentre parlava il senatore di Ala Denis Verdini. "È uno spettacolo indecente vedere l'Aula del Senato che ascolta l'intervento di Denis Verdini, venuto oggi a raccogliere gli applausi per il suo capolavoro politico che consegna il Paese alla coppia Renzi-Berlusconi", ha detto Vito Crimi, "Noi a questa vergogna non partecipiamo, per questo siamo usciti dall'Aula. Il regista di questa legge elettorale è Verdini. E suo e dei suoi uomini è il sostegno che permette l'approvazione del Rosatellum. Hanno messo le regole del gioco della democrazia in mano a un uomo plurimputato e re dei cambi di casacca".

Poi l'intervento - come al solito "sopra le righe" - durante le dichiarazioni di voto. "Dopo questa legislatura la luce democrazia è più fioca". ha detto il capogruppo M5S Giovanni Endrizzi annunciando il No dei grillini, "Su questa penombra contano i ladri. Dovreste essere incriminati per apologia del fascismo. Ma quale Rosatellum. Questa è una legge bunga bunga, un orgia di pluricandidati in cui tutti vanno con tutti, in cui l'utilizzatore finale è sempre lo stesso. Siete due bande, ma la stessa banda, che vuole conservare le poltrone. Avete trasformato destra e sinistra nella stessa faccia della stessa banconota".

Il Movimento Cinque Stelle ha intanto chiesto a Sergio Mattarella un incontro per convincerlo a non firmare la legge. "Quando mi arriva qualche provvedimento, una legge del Parlamento o un decreto del Governo, io, anche se non lo condivido appieno, ho il dovere di firmarlo, anche se la penso diversamente", risponde indirettamante il presidente della Repubblica parlando con alcuni studenti delle superiori, "Devo accantonare le mie convinzioni personali perché devo rispettare quello che dice la Costituzione: che la scelta delle leggi spetta al Parlamento e la scelta dei decreti che guidano l'amministrazione dello Stato spetta al governo. E se non firmassi andrei contro la Costituzione".

E ha spiegato che l'unico caso in cui può rifiutardi di firmare è "quando arrivano leggi o atti amministrativi che contrastano palesemente, in maniera chiara, con la Costituzione".

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