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Scatta l'assalto a quota 100 per tagliare le tasse

Nella maggioranza molte componenti, a partire dai renziani, vorrebbero abolirla pere trovare 4 miliardi di euro circa

Scatta l'assalto a quota 100 per tagliare le tasse

Gualtieri frena, ma tra le varie anima della maggioranza c'è discordanza su cosa fare di "Quota 100", una delle principali misure volute dal precedente governo Lega-M5S con la "firma in calce" di Matteo Salvini.

Il pensionamento anticipato (62+38) vale 3,8 miliardi nell'anno in corso, mentre per il 2020 la spesa stimata dovrebbe essere di circa 7,8 miliardi di euro. E così l'altro Matteo (Renzi) vedrebbe queste risorse già spalmate su altre voci; della stessa idea alcune anime del Partito Democratico ma c'è la questione del difficile equilibrio politico con il M5S che quella misura l'ha sostenuta e che fino ad un certo punto può "ripudiare" la passata esperienza di governo.

Allora le componenti ministerializzate del Conte Bis mantengono un atteggiamento "super partes", a partire dal premier Giuseppe Conte, per proseguire con il neoministro del Lavoro Nunzia Catalfo (che ha preso il posto di Luigi Di Maio che del precedente esecutivo era anche vicepremier) per finire con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri che insiste per non toccare Quota 100 e sino alla durata della sperimentazione prevista per il 2021 compreso.

Se così sarà (e così sara), vanno trovate le risorse per gli altri interventi che il governo vuole mettere in campo, a partire dalla riduzione del cuneo fiscale. Paola De Micheli spiega che la "platea che beneficerà del taglio del cuneo fiscale sul lavoro sarà la stessa di quella che ottenne gli 80 euro" con 'buona pace' dei detrattori di Matteo Renzi e del suo tanto "vituperato" bonus. Il viceministro Pd dell’Economia Antonio Misiani, però, come riportato dal Corsera, insiste nel dire che la "priorità è iniziare ad aiutare i dipendenti a basso reddito, precari, lavoratori poveri: 3 milioni e 700 mila lavoratori incapienti che sono rimasti esclusi dal bonus di Renzi".

L'idea, allora, sarebbe quello di dare 40 euro mensili partire da gennaio e non da luglio (circa 400-500 euro l’anno in più).

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