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Autonomie regionali, sì del ministro Boccia: "Ma a certe condizioni"

Il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, sta girando l'Italia per incontrare i governatori coinvolti nella partita sulle autonomie. "Primi incontri positivi. Faremo l'autonomia differenziata, ma nel solco della Costituzione"

Autonomie regionali, sì del ministro Boccia: "Ma a certe condizioni"

È ufficialmente riconominciato il percorso per la concessione delle autonomie alle Regioni. Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, come aveva annunciato, ha iniziato il suo tour di ascolto dei governatori, recandosi in Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia, le tre regioni del Nord che per prime hanno avviato l'istruttoria per ottenere l'autonomia differenziata. Diverse le esigenze dei vari governatori. Se il presidente emiliano Stefano Bonaccini si "accontenta" di una maggiore autonomia in campo amministrativo, le richieste di Luca Zaia e Attilio Fontana si allargano a materie spinose come la sanità.

"Sono in giro per ascoltare. Noi - ha sottolineato Boccia - abbiamo assunto un impegno molto chiaro: l'autonomia differenziata la faremo, ma nel solco della Costituzione. La bilancia - ha avvertito il ministro - regge se i pesi reggono, ma se i pesi non sono sbilanciati è evidente che la bilancia non ce la fa". I pesi, evidentemente, sono le materie oggetto di autonomia, la bilancia è il Paese. A preoccupare Boccia sono le conseguenze di un'autonomia eccessiva, che rischierebbero di accrescere ancora di più il divari tra Nord e Sud. Anche perché, ha spiegato il ministro, "la Costituzione prevede che i livelli essenziali delle prestazioni vengano assicurati indipendentemente da ceto e censo, a tutti gli italiani, a prescindere dalla collocazione geografica".

Il primo a incontrare Boccia, lunedì mattina, è stato il governatore Luca Zaia. Il presidente del Veneto ha consegnato al ministro un documento di 83 pagine per esplicitare le proprie richieste di autonomia. I due hanno parlato per circa 45 minuti in un colloquio bilaterale, allargato successivamente all'intera delegazione trattante del Veneto. "Non stiamo lavorando per la secessione dei ricchi, stiamo lavorando - il commento di Zaia - perché l'autonomia diventi responsabilità. In caso contrario - minaccia - torneremo a Roma". Poi la precisazione sul fatto che la proposta veneta preveda la richiesta di tutte e 23 le materie citate in Costituzione: "Non può passare il principio - la metafora utilizzata dal governatore - che l'abito di uno debba andare bene a tutti. Puoi sistemarlo, puoi adattarlo, ma se mi offrono un modello con 4 o 5 taglie in meno vuol dire che abbiamo a che fare non con un buon negozio".

Meno intricata la questione Emilia-Romagna. Il governatore Bonaccini, a margine dell'incontro - lunedì pomeriggio - con il ministro per gli Affari regionali, ha annunciato la "totale disponibilità ad accelerare in modo che la nostra proposta arrivi all'attenzione del Parlamento". Inoltre, ha spiegato di condividere "pienamente l'impostazione data dal ministro che intende definire prima i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, da garantire in maniera uniforme in tutto il territorio nazionale", per impedire una "spaccatura nel Paese". A differenza del Veneto, la Regione emiliana chiede la gestione diretta di 15 delle 23 competenze possibili, senza ulteriori risorse che non siano quelle già ora utilizzate dallo Stato per le medesime competenze.

Martedì, infine, è stata la volta della Lombardia. Al termine dell'incontro con il presidente Fontana, il ministro Boccia ha parlato di "un confronto franco. Sono stati toccati tutti temi, la riforma sarà basata sulla lotta alle disuguaglianze. Rispetteremo la Costituzione". Intanto, tra coloro che negli ultimi giorni hanno parlato di autonomie c'è stato anche Matteo Salvini. Che, durante un incontro con la cittadinanza al mercato milanese di via Fauché, ha gridato: "Chi è contro l'autonomia appartiene a una classe di politici ladri e incapaci da nord a sud".

A testimonianza di come la partita sulle autonomie sia ancora lontana dal fischio finale.

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