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Le balle di Matteo I tagli cancellati da tasse in arrivo

Dalle seconde case alle accise, in arrivo mazzata da almeno 4 miliardi Meno fondi alla Sanità, Regioni in rivolta: rischio di aumento dei ticket

Le balle di Matteo I tagli cancellati da tasse in arrivo

La teoria è che «non aumenteranno le tasse locali». La pratica, un aumento di tasse che parte da due miliardi di euro (la conferma della addizionale aggiuntiva su Imu e Tasi, che fino a ieri sera era nelle bozze della legge di Stabilità), ma può arrivare a quattro miliardi con un aumento delle accise che potrebbe scattare se il rientro dei capitali non darà quanto sperato. Più altre cifre non prevedibili, quelle di un probabile aumento della tassa dei rifiuti e dei ticket sanitari. Capitoli sui quali governatori e sindaci avranno mano libera. Un conto che da solo vale più dell'eliminazione delle Tasi e dell'Imu sulla prima casa (poco meno di quattro miliardi).

Ieri sera il testo della legge di Stabilità ancora non era pronto. Presto al Quirinale, ha assicurato in mattinata il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Peccato, gli ha replicato il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, che Sergio Mattarella si sia ritrovato con un testo «pieno di buchi» e senza l'anima della manovra, cioè le tabelle. Arriverà in nottata, con tanto di tabelle, ha assicurato il ministero dell'Economia.

Indiscrezioni fino alla fine quindi. A partire dal capitolo casa. Ieri sera, secondo voci di palazzo, da Palazzo Chigi erano arrivati inviti a rivedere la conferma della addizionale aggiuntiva dello 0,8 per mille sulle seconde case. Doveva essere provvisoria, nelle bozze della finanziaria è di fatto una tassa consolidata che peserà, se confermata, sui proprietari per due miliardi, secondo le stime di Confedilizia.

Lo scontro più forte ieri si è consumato però sulla sanità. Il presidente della Conferenza delle Regioni, un po' perché il suo Piemonte ha un disavanzo di 5,8 miliardi, un po' perché la riduzione al fondo sanitario nazionale è più pesante del previsto (passa a 111 miliardi rispetto ai 113 promessi) si è dimesso dalla carica associativa, salvo poi rinviare l'uscita a quando la sessione di bilancio sarà terminata. Le Regioni, a corto di fondi, saranno escluse dalla moratoria fiscale, cioè dal blocco temporaneo che sta studiando il governo. Sono in tutto otto: Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria, Piemonte, Puglia. La conferma è arrivata dal sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti: «Fatta eccezione per situazioni straordinarie legate all'addizionale regionale per le Regioni in eventuali disavanzi sanitari».

Poi, per fare fronte al taglio del fondo sanitario, aumenteranno i ticket sulle prestazioni sanitarie e aumenteranno le addizionali Irpef e Irap. «La legge lo prevede», ha spiegato il coordinatore degli assessori al Bilancio Massimo Garavaglia.

Il presidente del Consiglio che anche ieri ha difeso la legge, assicurando che la pressione fiscale sarà abbattuta. Un tempo con la Finanziaria, per Renzi, «la domanda era: chissà quali tasse alzano. Con il nostro governo la domanda è: chissà quali tasse abbassano. C'è una bella differenza, no?». Premier in difesa anche sul limite del contante alla quale ribatte rivendicando le misure per il sociale. Messaggio rivolto alla sinistra del suo partito.

Novità sul tesoretto da 500 milioni di euro che porterà il nuovo canone Tv. Le maggiori entrate, andrebbero al famoso fondo per la riduzione fiscale, che per la verità stenta a decollare. Le altre destinazioni ipotizzate erano il fondo per l'editoria oppure, nel calderone delle entrate.

Tra le novità last minute, alla vigilia della trasmissione al Parlamento, nella Stabilità c'è una stretta sul turnover dei dipendenti pubblici. Per tutto il triennio 2016-2018 si assottiglia, scendendo al 25% della spesa del personale pensionato l'anno precedente. Semplificando, per ogni quattro pensionati si potrà assumere un dipendente. Misura che mira a ridurre la spesa, ma che potrebbe avere ripercussioni sui conti dell'Inps, che già soffrono del blocco delle assunzioni degli statali.

Meno contributori, più pensioni da pagare.

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