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Bastoni, coltelli e assalti anche alla polizia. I baby criminali che terrorizzano Milano

Le bande di "minori non accompagnati" allarmano il Comune, appello alle autorità

Bastoni, coltelli e assalti anche alla polizia. I baby criminali che terrorizzano Milano

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Estrema periferia nord di Milano, tra viale Fulvio Testi e viale Sarca, a due passi dall'università Bicocca. Da queste parti li chiamano «demoni», i «loro» demoni. Una volta erano gli zingari. Che con le occupazione abusive dei palazzoni Aler (una sfilza di stabili ai civici pari oltre il 300) dominavano il quartiere controllando a suon di soprusi - e per la gioia dei residenti regolari - cantine e spazi comuni. I tempi cambiano e i nomadi, tra una condanna e qualche sgombero, sono spariti, perdendo smalto e aplomb criminale. Adesso ci sono altri «demoni» che pur privi di particolari aspirazioni di dominio, hanno pure i loro trascinanti leader. E aggrediscono, rapinano, minacciano, distruggono e picchiano persino quei nomadi adulti che, fino a qualche tempo fa, avevano nomi di peso. Per semplificare li hanno raccolti sotto una sigla lunga e un po' maldestra, Msna, Minori stranieri non accompagnati. E il Comune di Milano li teme al punto d'aver spedito mercoledì una circolare alle autorità cittadine, stigmatizzandone le azioni ormai fuori controllo e chiedendo un presidio fisso di forze dell'ordine fuori dalle strutture che li accolgono. Armati di lunghi bastoni, pietre e coltelli questi ragazzini, perlopiù nordafricani, affollano al loro arrivo in città prima le camere dei fermati della questura, poi i Centri di prima accoglienza (Cpa), in primis quello di viale Fulvio Testi dove il numero degli ospiti oscilla tra le 40 e le 50 presenze. Arredi essenziali, camere spoglie, poche suppellettili, la prima accoglienza del Comune di Milano, gestita da delle cooperative di servizi, raggruppa qui - ma anche, tra gli altri, nei centri di via Zendrini (Primaticcio), di via Aldini (zona Certosa) e di via Saponaro (al Gratosoglio) - in tutto ben 1300 ragazzi. Tanti, troppi ma, soprattutto, a quale prezzo questi bambini prima disperati e poi arrabbiatissimi e violenti diventeranno adulti anche peggiori? A Milano la prima accoglienza dura infatti sempre molto oltre i limiti di legge (30 giorni) visto che i posti per la seconda accoglienza, durante la quale i ragazzi dovrebbero essere seguiti e indirizzati ad attività a loro consone, sono così pochi e saturi da restare praticamente un miraggio. A volte qualche provincia virtuosa come Cremona aiuta la metropoli, ma si tratta di soluzioni apparenti, praticamente «non soluzioni». All'interno dei Cpa di Milano i ragazzi non fanno alcuna attività, sono, come si dice adesso, «buttati lì». Qualche volta c'è una maestra che insegna loro italiano (ne abbiamo vista una, brava e piena di volontà, ma decisamente di madre lingua spagnola...) ma la maggior parte del tempo questi giovani lo passano in giro. Vicino al Cpa di viale Testi, ad esempio, ci sono il Centro commerciale di viale Sarca e il Bicocca Village. La gente compra, acquista, sperpera, si diverte e mangia; i ragazzi guardano, bighellonano. Poi smettono di guardare e s'industriano a loro modo: strappano le collanine, puntano i coltelli e rapinano, minacciano la gente con i bastoni per due soldi, il telefonino ultimo modello, le Nike.

Tra i ragazzi del Cpa di viale Fulvio Testi c'è anche un capetto, un leader, che in questi giorni sta facendo parlare di sé. È egiziano e ha 17 anni, pluripregiudicato è fuggito da tutti i Cpa della città. A giugno, ancora 16enne, scappato da via Aldini e a bordo di un monopattino, insieme a un complice ha aggredito un italiano di 19 anni in piazza Castello, buttandolo a terra e rubandogli anche il suo di monopattino. Non si è accorto però che in un chiosco vicino cenavano in quel momento ben 13 poliziotti, tra motociclisti e biker. Che, appena capito quel che stava accadendo, sono saliti in bici e in moto per inseguire i rapinatori. Quando hanno raggiunto l'egiziano lui non si è fatto intimorire: ha risposto agitando un bastone di due metri e lanciando pietre, hanno faticato a bloccarlo.

Lo stesso egiziano, a fine maggio ha messo a segno altre due rapine a passanti insieme a un coetaneo connazionale e a un marocchino 18enne, tutti armati di coltelli e bastoni. Il loro arresto a fine settembre grazie alla squadra investigativa del commissariato Greco Turro, ha creato veri e propri terremoti all'interno dell'ultimo Cpa che aveva ospitato l'egiziano, quello di viale Testi. Dove, in pochi giorni, i suoi amici hanno, nell'ordine: devastato la struttura, rompendo in più parti il contro soffitto, vari arredi, vetri, porte, allagando le parti comuni e «creando un clima di paura tra tutti i presenti». Quindi hanno malmenato altri minori, minacciando di violenze e di morte gli operatori e spruzzando lo spray al peperoncino contro la polizia locale.

«Una escalation sinora mai registrata di aggressività» si dice nella circolare del Comune di Milano, una città al collasso.

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