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«Battisti resta all'ergastolo» Ma potrà avere permessi premio

Cristina Bassi

Milano Cesare Battisti rimane all'ergastolo. Ma fra tre anni e mezzo o poco più potrà chiedere benefici come i permessi premio. Ieri è arrivata la decisione della Corte d'assise d'appello di Milano, che ha respinto la richiesta della difesa dell'ex terrorista dei Pac di commutare il carcere a vita in 30 anni. La Seconda sezione della Corte, presieduta dal giudice Giovanna Ichino, ha d'altra parte stabilito che la pena non è ostativa alla richiesta di concessioni nel regime detentivo. +

Il legale di Battisti, l'avvocato Davide Steccanella, è pronto a impugnare la decisione dei giudici e a fare ricorso in Cassazione. Dopo una latitanza di 37 anni l'ex terrorista è stato arrestato in Bolivia lo scorso gennaio e ora è nel carcere di Oristano. È stato condannato per quattro omicidi commessi alle fine degli anni Settanta. La conferma della pena definitiva all'ergastolo arriva, in accordo con il parere del sostituto pg Antonio Lamanna, dopo che la difesa aveva sostenuto che la consegna di Battisti dei boliviani all'Italia attraverso l'Interpol era stata irregolare. Che resta valido l'accordo di estradizione tra Italia e Brasile che prevedeva appunto i 30 anni di detenzione e non l'ergastolo. E che quindi al netto del «presofferto», cioè degli anni scontati tra Italia e Francia, si arriverebbe a 20 anni e sette mesi. La Corte ha però ribadito che le autorità boliviane erano «libere di espellere lo straniero illegalmente entrato nel loro territorio e di consegnarlo alle autorità del Paese d'origine». I giudici hanno comunque lasciato aperto uno spiraglio, spiegando che a Battisti non è applicabile il «regime ostativo». Che «potrà godere - si legge nell'ordinanza - dei benefici penitenziari», anche in virtù del principio costituzionale «della funzione rieducativa della pena anche per i condannati all'ergastolo». L'ex Pac ha già scontato circa sei anni e mezzo, dunque fra circa tre e mezzo sarà arrivato a un totale di dieci: la soglia per poter ottenere i benefici. Il primo sarà la liberazione anticipata, uno «sconto» di 45 giorni che si matura a ogni semestre trascorso in cella e che varrà anche «ai fini del calcolo del termine per poter chiedere permessi premio e misure alternative alla detenzione».

Sulle future richieste del detenuto deciderà il Tribunale di sorveglianza.

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