Politica

Il Bergoglio «politico» pontifica su tutto E la sinistra applaude

Tutti indignati se la Chiesa difende la vita Ma le uscite pro immigrati sono benedette

di Giordano Bruno Guerri

Il 18 luglio 1870 Pio IX ottenne che un concilio decretasse l'infallibilità dei pontefici sui temi religiosi e morali. Pose così le basi per quel «culto del papa» che ancora oggi rende la figura di ogni suo successore oggetto di devozione, se non di venerazione. In realtà i fedeli non dovrebbero neanche avere bisogno di quel dogma, se credono che i papi vengano scelti addirittura dallo Spirito Santo, che la tradizione ci ha abituati a pensare come una colomba, ma che è la terza figura della divina trinità: «Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».

Pio IX non fece in tempo a confezionarsi anche il dogma del potere temporale della Chiesa. Se ci fosse riuscito, e il Vaticano avesse mantenuto un vero Stato, c'è da dubitare che i fedeli avrebbero chiuso entrambi gli occhi pure sulle decisioni politiche dei papi. Sappiamo bene che, esclusi i santi, le noie terrene infastidiscono più del timore dell'inferno.

Ora però lasciamo in pace quei credenti per il quale il papa è il papa, e non si discute, e consideriamo le cose dal punto dalla prospettiva di chi ha una visione meno celeste delle virtù pontificie. Ebbene costoro (quasi tutti noi) giudichiamo il successore di Pietro anche come un capo politico, e in quanto tale capace di errori e passibile di critica. Secondo gli schemi della politica, naturalmente, per cui se non la pensi come me, sbagli; e se non ti correggi sei un avversario.

Accade così che papa Ratzinger piacesse alla destra perché, per esempio, nel celebre discorso di Ratisbona in pratica affermò la superiorità del cristianesimo a discapito dell'Islam, una teoria che nel sentire comune diventava «noi cristiani siamo migliori di voi mussulmani»: la tesi doveva per forza dispiacere a una sinistra egualitarista e «politicamente corretta». Oggi invece accade che papa Bergoglio piaccia alla sinistra per la sua non nascosta propensione all'accoglienza dei migranti, e che per lo stesso motivo dispiaccia alla destra.

Eppure sono entrambi sant'uomini, e infatti verranno canonizzati entrambi poco dopo la loro morte, come ormai è d'uso per ogni papa. Ognuno interpreti questa semplice circostanza come vuole, purché si abbia ben chiaro l'innegabile. Ovvero che ogni papa è un uomo di potere, non soltanto spirituale; che ogni potere sbaglia, piuttosto frequentemente; e che, dal punto di vista della ragione, conta davvero poco sostenere, quando fa comodo, «l'ha detto anche il papa».

@GBGuerri

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