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Berlusconi all'opposizione: ma sulle crisi estere ci sarò

Il Cav oggi non andrà da Gentiloni. Apertura sulle primarie, ma solo se inserite nella nuova legge elettorale

Berlusconi all'opposizione: ma sulle crisi estere ci sarò

Nessuna tentazione governativa, nessuna indecisione, nessuno spazio per cedimenti futuri nel corso della legislatura. Silvio Berlusconi si è presentato con le idee chiare dal presidente Sergio Mattarella e il giorno dopo, tornato ad Arcore, non nasconde la convinzione di avere compiuto la giusta scelta. Dopo aver mostrato plasticamente la sua ritrovata centralità politica guidando la delegazione di Forza Italia al Quirinale e dopo avere incontrato il Capo dello Stato da vincitore del referendum, il presidente di Forza Italia resterà a Milano e oggi non parteciperà all'incontro fissato per le 11 e 30 da Paolo Gentiloni dove ci saranno invece i due capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta.

Il presidente del Consiglio incaricato intende sondare la disponibilità su alcuni dossier molto delicati che lo attendono. Berlusconi, nel colloquio con Mattarella, si è detto disposto a dare una mano su emergenze o crisi estere, l'unico punto su cui è stato interpellato dal presidente della Repubblica. Il Consiglio Europeo, come è noto, è dietro l'angolo. Il problema è che bisognerà misurare la capacità di Gentiloni di battere strade diverse rispetto a quelle del governo Renzi, ad esempio qualora l'Unione Europea ci dovesse chiedere davvero conto della copertura ballerina dell'ultima Legge di Stabilità. Inoltre anche il dossier Monte dei Paschi di Siena, alla luce delle responsabilità del Partito Democratico, non è certo tra i più facili su cui chiedere collaborazione. Al contrario sul terremoto non ci sarà ovviamente alcun problema a votare insieme alla maggioranza.

I dirigenti di Forza Italia sanno perfettamente che, soprattutto se i tempi dovessero allungarsi, il clima in Parlamento si farà infuocato con il Movimento 5 Stelle, la Lega e Fratelli d'Italia pronti a bombardare il governo. Non c'è dunque alcuno spazio per chi pensa che Forza Italia possa diventare una sorta di stampella o ciambella di salvataggio per il governo Gentiloni. L'opposizione non sarà urlata, ma sarà ben riconoscibile.

Un lavoro comune dovrà, invece, essere fatto sulla legge elettorale. Il deputato azzurro Roberto Occhiuto sta preparando nel dettaglio la proposta che Forza Italia metterà sul tavolo. Domani, poi, ci sarà un primo incontro tra i capigruppo di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Si lavorerà su una proposta basata su un impianto proporzionale che preservi, però, anche la governabilità con un premio che potrebbe scattare al di sopra di una soglia molto alta. Una volta che si troverà un accordo tra gli alleati si andrà al confronto con il Pd. «L'importante» spiega Paolo Romani «è che Gentiloni non commetta lo stesso errore di Renzi, cioè intestarsi la legge elettorale portandola al Parlamento come una sorta di suo biglietto da visita». La complessa trattativa sulle modifiche da apporre all'Italicum, insomma, sta per iniziare. Berlusconi questa settimana sarà a Roma e mercoledì riunirà l'Ufficio di Presidenza e i gruppi parlamentari (giovedì sera sarà anche a cena con gli europarlamentari) per fare il punto e definire con gli eletti la strategia rispetto al nuovo esecutivo. Non è escluso, però, che già questa settimana possa incontrare gli altri leader del centrodestra per iniziare a ragionare su una linea comune.

Magari, come gesto di distensione, aprendo alla possibilità di regolamentare per le legge le primarie quando si metterà mano alla nuova legge elettorale.

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