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Berlusconi avvisa il Ppe: no a risoluzioni anti Putin

Il Cavaliere è già arrivato a Malta: i delegati italiani non voteranno mozioni contro la Russia

Berlusconi avvisa il Ppe: no a risoluzioni anti Putin

Roma - Il congresso del Ppe apre i battenti nel giorno in cui Theresa May firma il divorzio della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Una coincidenza non certo fausta per una riunione di una grande famiglia politica europea, ma anche un monito per riflettere su come avvicinare le istituzioni di Bruxelles ai cittadini europei. In questa chiave la linea di Forza Italia resta quella del realismo ed è proprio su questa direttrice che si svilupperanno i colloqui che Silvio Berlusconi avrà a Malta, dove è arrivato ieri sera.

Il messaggio di fondo è che l'ancoraggio «popolare» di Forza Italia non è in discussione, è quantomai profondo e consolidato, tanto più dopo l'elezione di Antonio Tajani a presidente del Parlamento europeo. Questa scelta, però, non deve oscurare la prospettiva di una alleanza con i partiti di destra, nella fattispecie Lega e Fratelli d'Italia. Tanto più che il partito azzurro, attraverso una alleanza che ha una storia ultraventennale, può contribuire a tenere questi stessi partiti «dentro» il sistema, smussandone gli angoli più estremi e affilati.

Oggi Berlusconi vedrà i leader della famiglia europopolare, a cominciare dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. In agenda ci sono vari incontri (con il presidente del Ppe, Joseph Daul, e il premier spagnolo Mariano Rajoy e quello ungherese Viktor Orban), anche se non si tratta di veri e propri bilaterali, secondo la prassi legata alla formula aperta di questi summit. La due giorni maltese segna il ritorno in Europa del leader di Forza Italia e il debutto di Tajani a un vertice dei Popolari nella veste di presidente del Parlamento Ue. Il clima si annuncia sereno, anche se la delegazione italiana non voterà le risoluzioni contro la Russia.

Naturalmente il lavoro per individuare un terreno comune con Salvini non sarà facile. Il leader della Lega anche ieri è tornato a soffiare sul fuoco della polemica. «È chiaro che la collocazione europea in futuro sarà fondamentale per scegliere se e con chi allearsi. Berlusconi avrà i suoi motivi per andare a Malta con la Merkel, chiedete a lui. Chiunque si voglia alleare con la Lega quando ci saranno le elezioni dovrà scegliere. Spero che gli sia utile andare a Malta, io avrò altre compagnie, non sono appassionato di Merkel e vicende simili».

Forza Italia, intanto, in vista delle Amministrative «blinda» il proprio simbolo e lancia un messaggio chiaro ai dirigenti locali in vista della consultazione nei Comuni. Il logo di Forza Italia sarà presente sulla scheda elettorale e su di esso comparirà anche il nome di Silvio Berlusconi. Deroghe saranno ammesse solo in casi del tutto eccezionali. Lo prevede una circolare partita dal quartier generale azzurro il 24 marzo scorso, a firma del tesoriere Alfredo Messina e del responsabile organizzazione Gregorio Fontana, valida solo per i comuni capoluogo, da Genova a Verona e Palermo. Una decisione in linea con le ultime Comunali, quelle del 2016. Si tratta di un segnale politico inequivocabile che il leader del partito è in campo e non intende mollare la presa sulla leadership del futuro centrodestra. Il vademecum viene considerato anche un vero e proprio monito per chi pensa di correre con il sostegno azzurro ma senza il marchio di fabbrica del '94.

Una circostanza che si può applicare, ad esempio, a Palermo dove è in corso un braccio di ferro con il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli.

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