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Berlusconi e il caso Toti: "Io non gli farò mai il favore di cacciarlo"

Slitta a dicembre il congresso e la Carfagna rilancia: «Un partito non vive di sole regole»

Berlusconi e il caso Toti: "Io non gli farò mai il favore di cacciarlo"

«Toti? Non gli faccio il favore di cacciarlo». Silvio Berlusconi, già prima della convention del governatore ligure di sabato, ha chiarito che non intende andare allo scontro con Giovanni, malgrado le sue provocazioni. Qualche altolà l'ha dato al coordinatore a tempo, nominato con Mara Carfagna per la transizione verso la nuova Forza Italia, ma il leader azzurro è convinto che sia più efficace smorzarne le mire assecondandolo sul suo terreno. Discutiamo di primarie, facciamo nuove regole, prepariamo il congresso...

Al tavolo delle regole giovedì ci saranno tutti i componenti del board, Antonio Tajani, Toti e Carfagna, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini. Sarà un incontro cruciale, mentre slitta il Consiglio nazionale del 13 luglio e il Congresso che il governatore vorrebbe ad ottobre si preannuncia per dicembre. I punti che vedono Toti da una parte e gli altri all'opposto sono 3. Primarie aperte a tutti, anche al centrodestra, come chiede il governatore o riservate agli iscritti a Fi, magari anche quelli dell'ultimo giorno? Elezioni per scegliere direttamente il coordinatore nazionale o dei delegati al Congresso? Azzeramento o conferma delle cariche nazionali e regionali fino al Congresso?

Dopo la riunione al teatro Brancaccio dei totiani, Berlusconi e i suoi pensano che la scissione sia superata o almeno non sia temibile. «Andreotti diceva, riferito a Sbardella - interviene Massimo Mallegni- che in un'orchestra sono importanti i violini, ma servono anche i tromboni. Al Brancaccio c'erano tanti tromboni, ma il rinnovamento non si fa con chi ha 8-10 legislature alle spalle». Il governatore, pensano in molti, «ha convinto le sue truppe che o si prendeva Fi o si faceva un partito nuovo, però non succederà né l'uno né l'altro».

Tornato ieri ad Arcore dalla Sardegna, il Cavaliere è irritato perché legge nelle parole del governatore, che dicono il contrario, un attacco diretto a lui e alle sue scelte. Però intende contrastare Toti con le sue armi e far emergere l'inconsistenza della minaccia, nei contenuti. E vede un leader della Lega che non appoggia chi vorrebbe escluderlo. Ieri Salvini ha smentito Giorgia Meloni su un incontro a due che in realtà sarebbe stato occasionale. È chiaro il tentativo di Fdi, galvanizzato da sondaggi che parlano di sorpasso su Fi ( 8% contro 6,5) e lo esplicita Guido Crosetto dicendo che il Capitano potrebbe andare alle urne «solo con noi o con Fi senza Berlusconi».

Per recuperare consensi l'importante, per gli azzurri, è ridefinire la proposta politica. Su questo si concentra la Carfagna, che sta incontrando dirigenti, capidipartimenti e coordinatori regionali: Brunetta, Fontana, Giacomoni, Fiori, Palmieri, Galliani, Costa, Polverini, Russo, Versace, Cattaneo. La vicepresidente della Camera evita polemiche con Toti e lavora sul rilancio. «Un partito non vive di sole regole - dice - e d'accordo con il presidente sto cercando di rimettere in moto Fi, che ha sempre motori potenti.

Discuteremo di primarie, ma intanto organizzo iniziative tematiche e territoriali su Sud, famiglia, giustizia, disabilità, formazione e soprattutto economia e lavoro, temi sui quali il governo non dà risposte».

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