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Berlusconi lavora all’unità: verso un summit coi leader

Si punta ad un incontro a tre sul programma di governo. Salvini: «Serve un’idea comune di futuro»

Berlusconi lavora all’unità: verso un summit coi leader

D alla trasferta a Bruxelles Silvio Berlusconi torna soddisfatto dall’accoglienza dei leader del Ppe. E continua nella sua missione di portare il centrodestra unito alle elezioni. Malgrado le continue stoccate dell’alleato leghista, Matteo Salvini. Che, dicono in molti dentro Forza Italia, «è così nervoso da quando si sente in difficoltà perchè i sondaggi danno il nostro partito in salita, al 17% e il suo in discesa, al 14%». La «foto di famiglia» tra i leader di Forza Italia, del Carroccio e di Fdi, attorno al tavolo per gli auguri di Natale, per ora non è in programma, anche se l’incontro era atteso per la prossima settimana. L’ultima sta ingiallendo, risale ai primi di novembre, per le regionali in Sicilia.

Da allora, Salvini ha tenuto sempre toni alti e polemici. E anche ora dice, provocatorio, a Repubblica: «Berlusconi? Non mi ha chiamato. Lo sentirò, magari ci faremo gli auguri di Natale. Ma oltre questo non andiamo. Mi piacerebbe scambiare gli auguri con gli alleati, ma di più capire se abbiamo un’idea di futuro comune. Io ho chiesto chiarimenti anche sulla riforma della scuola, senza risposta». Prima era la Fornero, poi la scuola, sembra che il leader del Carroccio cerchi temi per differenziarsi più che per accomunarsi. E sulla leadership nel centrodestra sottolinea: «Nel nostro simbolo ci sarà un’indicazione chiara, il nome Salvini. In quella di Fi mi pare non ci possa essere. Chi propone come premier?». Avanza anche il sospetto che la frase del Cav sul possibile Gentiloni bis sia legata a questo problema. In realtà, si sa bene che stavolta, come sempre, Fi avrà «Berlusconi presidente» nel simbolo e che è previsto il nome del capo del partito non del candidato premier. Salvini, però, affonda il dito nella piaga dell’incandidabilità. E attacca i centristi che la coalizione «sta imbarcando», li chiama «reduci e riciclati», dice che non c’è spazio per una «visione comune». Insomma, l’aria non è delle migliori, ma nè il Cavaliere nè alcuno degli azzurri replica al leader leghista e alimenta le polemiche.

Renato Schifani sprizza ottimismo: «Il centrodestra, tra una buona affermazione sul proporzionale e un’ottima chance sui collegi, potrà superare la soglia del 43-44% di consensi che gli consentirà di arrivare al 51. Berlusconi farà una campagna elettorale intensa e quando scende in campo lui, come dimostrato in passato, riesce a realizzare recuperi non indifferenti». Comunque l’incontro a tre, spiegano i più stretti collaboratori di Berlusconi, dev’essere «operativo», quando si avrà «il programma in mano». E per ora Fi ha la sua bozza, la Lega la sua e gli incontri sono fermi. «Ma è anche vero - dice uno dei deputati più vicini all’ex premier - che su flat tax, immigrazione, sicurezza, Europa e tanti altri punti siamo uniti e concordi. Dunque, quelli di Salvini sono solo pretesti, perchè si trova in difficoltà e spera così di riguadagnare qualche voto. Il che gioverebbe a tutti, mica ci disturba». Uno di quelli che in casa azzurra chiamano «pretesti» è l’ultima bega sulla legge Molteni, che nega sconti di pena per reati gravissimi. Giovedì, dopo il voto contrario di Fi in commissione giustizia del Senato all’iter veloce delle norme, Salvini ha annunciato una sospensione della partecipazione a tavoli e incontri con gli azzurri fino a «un chiarimento ufficiale».

Da Bruxelles Berlusconi ha smorzato, parlando di un «puntiglio» superabile. E i suoi hanno spiegato che la legge è «tecnicamente» sbagliata perchè il rito abbreviato che si vorrebbe cancellare per alcuni reati tutela le vittime e il buon funzionamento della macchina giudiziaria. «Se passasse - dice uno dei massimi esperti di giustizia di Fi - paralizzerebbe i tribunali ». Malgrado l’altolà di Salvini il 20 è fissata la prossima riunione tra i rappresentanti degli alleati su liste e candidature. Ad Altero Matteoli, che guida la commissione per Fi, risulta che si dovrebbe tenere regolarmente. E ci sono decisioni urgenti da prendere, come sul concorrente per la Regione Lazio. Salvini ripete: «Il patto non c’è e Berlusconi continua a parlare di ministeri, di quote».

Ma da Fi gli ricordano che l’unità è «un atto dovuto, senza perderemmo tutti i collegi: noi, ma anche lui».

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