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Berlusconi alla Lega: facciamo vincere il No poi troveremo l'intesa

Salvini prepara la manifestazione di sabato: dopo le urne stop inciuci. Il ruolo di Parisi

Berlusconi alla Lega: facciamo vincere il No poi troveremo l'intesa

Roma - Preavviso di sfratto a Renzi ma Salvini avverte Forza Italia: dopo il 4 dicembre altolà agli inciuci. La battaglia contro la riforma costituzionale si intensifica e il prossimo appuntamento clou è previsto per sabato prossimo a Firenze. Qui la Lega sta organizzando una grande manifestazione per sostenere le ragioni del No. Salvini si aspetta un bagno di folla con pullman che arriveranno dal Nord ma anche dal Centro e dal Sud. Il capo del Carroccio ha esteso l'invito a tutti, non soltanto agli alleati storici di Forza Italia e Fratelli d'Italia. Pure la sinistra del Pd e i grillini sono i benvenuti anche se da Luigi Di Maio è subito arrivato un «No, grazie». «Chiunque - dice Salvini - si senta di dire questa riforma non è la mia riforma è libero di venire in piazza Santa Croce a Firenze». Ci sarà di sicuro Giorgia Meloni e anche l'azzurro governatore della Liguria Giovanni Toti che appena può rinsalda l'asse con il Carroccio: «Parteciperò alla manifestazione di Firenze come governatore, parlerò dal palco come siamo stati invitati a fare, sarà un momento di costruzione del centrodestra che si prepara a governare il Paese, non appena il No avrà vinto, il 5 dicembre».

Da Arcore, tuttavia, non è ancora arrivato l'ordine di partecipare alla manifestazione e, forse, non arriverà. Un atteggiamento che spinge Salvini a mettere, con sospetto, le mani avanti: «Chi sta a casa, chi è nostalgico dell'epoca verdiniana degli inciuci alla Toscana poi non venga a bussare alla nostra porta», avverte. E poi: «Berlusconi per ovvi motivi di salute non fa incontri pubblici - chiosa -; certo se ci fosse andrebbe benissimo». Insomma, il centrodestra è unito e compatto nella battaglia referendaria ma sulle prospettive future, qualora Renzi dovesse perdere e cadere, l'alleanza potrebbe tornare a scricchiolare.

Il Cavaliere, dal canto suo, non si fascia la testa e ragiona passo dopo passo: prima bisogna far vincere il No, poi si vedrà. Convinto, come sempre, che con il Carroccio e gli altri alleati «si troverà la quadra». Benedizione, poi, per il tour di Stefano Parisi che la settimana prossima volerà a Londra a parlare con gli investitori finanziari. Lo scopo principale è quello di smontare la narrazione renziana secondo la quale se vince il No si aprirà una fase di turbolenza finanziaria. Nulla di tutto ciò. Per mister Chili il problema dell'Italia è il debito pubblico che continua a salire e la burocrazia che tiene lontani gli investitori. Nulla a che vedere con il ddl Boschi.

Anzi: «Renzi - è la sua accusa - dovrebbe occuparsi di questo e non del referendum».

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