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Berlusconi non cede: la convivenza obbligata non può funzionare

L'ex premier boccia coalizioni dettate dalle leggi elettorali: «Frenano l'azione di governo»

Berlusconi non cede: la convivenza obbligata non può funzionare

Roma - Alla vigilia della manifestazione «sovranista» di Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi non apre troppi spiragli alla riunificazione del centrodestra nel suo formato tradizionale. Anzi, in una intervista al Foglio mostra un interesse davvero ridotto per le coalizioni, soprattutto se imposte dalla legge elettorale. Una riflessione che nasce dalle passate esperienze con gli alleati di governo e si proietta sui rapporti con Lega e Fratelli d'Italia.

«Le coalizioni imposte dalla legge elettorale - lo hanno dimostrato sia l'Ulivo che l'Unione - non funzionano. Anche nel centrodestra la convivenza obbligata con partner recalcitranti, se non addirittura infidi, ha reso molto più difficile la nostra azione di governo e ci ha impedito di fare alcune riforme, dal fisco alla giustizia, che consideravo indispensabili» dice il presidente di Forza Italia. «Quindi non mi appassionerei a questo problema soprattutto in una fase nella quale la trasformazione del sistema politico da bipolare a tripolare rende qualsiasi sistema maggioritario inapplicabile se non a prezzo di una grave distorsione della democrazia. Per questo chiedo il proporzionale, per vincere nell'ambito del centrodestra: un'alleanza che deve basarsi su valori e programmi condivisi, e non può essere solo una somma di partiti che stanno assieme, costretti dalle regole elettorali, per provare a vincere. Se poi in Italia oggi non esistesse una maggioranza di cittadini pronta a sostenere uno schieramento, allora non potremmo far guidare il paese a una piccola minoranza (piccola perché metà degli italiani comunque non vota)».

Berlusconi non apre spiragli neppure alla suggestione di un partito dei moderati con lui e Renzi. «Di fantascienza non mi occupo. Se Renzi un giorno decidesse di diventare un moderato, lasciasse il Pd e chiedesse di iscriversi a Fi, non mi opporrei In fondo è giovane, ha tempo per ricredersi e correggersi». Chi lancia qualche segnale verso Salvini è Renato Brunetta. «In tutta Europa destra e sinistra sono plurali, non univoci. Nei due schieramenti, nelle due famiglie politiche ci sono tante anime. A Salvini dico: confrontiamoci, senza Opa ostili» dice il capogruppo di Forza Italia, intervenendo alla festa dei lettori de Il Giornale, ad Abano Terme. Una sostanziale chiusura verso l'area «sovranista» arriva, invece, da Stefano Parisi che annuncia ufficialmente di essere pronto a scendere in campo. «Alle elezioni ci sarò. Vedremo in quale forma. L'ideale sarebbe mettere in campo con Forza Italia un soggetto unico liberal-popolare in grado di federare tutta l'area moderata. Un soggetto composto da gente pulita e nuova, con candidati espressione del territorio, che possa attrarre i delusi del renzismo. Se non sarà possibile farò una mia lista.

Salvini e Meloni? Siamo soggetti diversi, ma ci si potrebbe trovare dopo il voto a governare insieme».

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