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Berlusconi torna al tavolo per chiudere le candidature

Vertice sugli ultimi nomi. Il leader azzurro alla festa di "Porta a porta": "Democrazia sospesa, gli italiani scendano in strada"

Berlusconi torna al tavolo per chiudere le candidature

Berlusconi alle prese col sudoku candidature. Il Cavaliere arriva a Roma e cerca di sciogliere tutti i nodi delle amministrative. Ha più voglia di partecipare a Porta a Porta per festeggiare i vent'anni di trasmissione che non spaccarsi la testa con gli appetiti degli alleati. Così, in serata, si mette volentieri sotto i riflettori del salotto di Bruno Vespa per rievocare tante puntate storiche che l'hanno visto protagonista. Non solo ricordi, anche l'attualità politica. Il Cavaliere attacca a testa bassa il governo Renzi. «È antidemocratico, incostituzionale e alza anche le tasse». Ricordando il suo patto con gli italiani, sottoscritto proprio da Vespa nel 2001, il leader di Forza Italia ha commentato con sarcasmo: «Noi in cinque anni raggiungemmo tutti e cinque i punti programmatici, l'attuale governo non poteva neanche presentare un programma agli elettori perché come si sa non è stato eletto». Ora, ha aggiunto, la pressione fiscale «è al 43,7%, il prossimo anno sarà al 44,3%, l'anno dopo ancora al 44,7%.

Con noi era sotto il 40%. Questo governo si regge solamente su 50 senatori che hanno tradito il mandato elettorale, è un governo contro la sovranità popolare. La democrazia è sospesa, il capo dello Stato dovrebbe sciogliere le Camere per andare a elezioni anticipate, e noi siamo un popolo di pecoroni perché dovremmo essere nelle strade a protestare contro questo governo in assoluto contrasto con la Costituzione».Meno volentieri, invece, oggi vedrà i leader di Lega e Fratelli d'Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. L'ufficialità dell'incontro ancora non c'è ma qualcuno dell'entourage berlusconiano assicura che il vertice a tre potrebbe essere oggi a palazzo Grazioli. Il clima è abbastanza sereno, al netto dei mal di pancia che albergano un po' in tutti i partiti. Roma, Milano, Napoli e Torino sono ormai chiuse; così come Ravenna, Grosseto e al 90 per cento Bologna. Ma in altre città si discute ancora. Ci sono ancora da scegliere i candidati per Salerno, Caserta, Brindisi, Cagliari, Latina, Pordenone e Novara.

Ma la scelta degli uomini giusti è un po' come il gioco dello shangai: difficilissimo toccare un bastoncino senza muoverne un altro.Così è, per esempio, a Novara dove il Carroccio s'impunta sul suo Alessandro Canelli. Fratelli d'Italia e Forza Italia, invece, preferiscono il deputato Gaetano Nastri che - si dice - avrebbe vittoria facile perché fortissimo. Ma se il Carroccio la spuntasse a Novara allora dovrebbe cedere su Pordenone dove se la giocano Alessandro Ciriani (Lega e FdI) e Franco Giannelli (Fi).Sul tavolo del Cavaliere il risiko è aperto anche se questo è un gioco che non lo appassiona fino in fondo. Annuisce quando gli azzurri gli fanno presente che gli alleati sono voraci e vorrebbero piazzare ovunque i loro uomini ma poi risponde che «la cosa più importante è stare uniti perché laddove si va divisi si perde».

L'unità del centrodestra come faro anche per la politica nazionale che è quella che interessa - e preoccupa - di più l'ex premier.

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