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Berlusconi vede Salvini Il Cavaliere rilancia l'unità del centrodestra

Incontro ieri ad Arcore: «Breve e cordiale» Sul tavolo politica economica e ballottaggi

Berlusconi vede Salvini Il Cavaliere rilancia  l'unità del centrodestra

Verso le 17 alla villa di Arcore bussa Matteo Salvini. Era dal 4 maggio, prima del voto di fiducia al governo Conte, che non incontrava Silvio Berlusconi e sono stati giorni di freddo. Come per la delega alle Telecomunicazioni, quando le sue assicurazioni si sono rivelate vane.

Con la sua visita il ministro dell'Interno dimostra di voler mantenere buoni rapporti con il leader di Forza Italia, anche perché come numero 1 del centrodestra il suo peso aumenta rispetto al M5S. Dopo, però, da ambo le parti la consegna del silenzio. «Incontro breve e cordiale», è tutto quello che trapela. Ma sul tavolo sono stati messi temi importanti come il Def, la politica economica, misure sull'occupazione e la strategia per vincere uniti i ballottaggi alle comunali di domenica.

Certo al Cavaliere non può far piacere che l'alleato lo metta sullo stesso piano dell'avversario grillino: «Sto lavorando benissimo con Di Maio, ma mi sento e mi vedo spesso anche con Berlusconi. Lavoriamo negli interessi di tutti». Il leader azzurro sospetta che il legame con il M5S possa inquinare quello con Fi, ma vuole tenere unito il centrodestra. E le tensioni non mancano, anche per la posizione di Giorgia Meloni, con un piede dentro e l'altro fuori il governo. Fdi, incassata la vicepresidenza della Camera per Fabio Rampelli (al posto del ministro leghista Fontana), con l'appoggio di Salvini punta al vertice della commissione Copasir (Edmondo Cirielli). Fi conta sulla presidenza dell'altra commissione di garanzia, la Vigilanza Rai (Maurizio Gasparri o Paolo Romani), ma il Pd protesta e oggi ci sarà un vertice delle opposizioni a Montecitorio delle opposizioni, anche in vista delle nomine sulle commissioni bicamerali e speciali.

Rimane sospesa la riorganizzazione del partito. Nel week end Berlusconi ha incontrato Antonio Tajani, il presidente del Parlamento europeo che dovrebbe diventare il suo numero 2 e ha assicurato che ci sta lavorando. Ma ancora nulla si muove e lancia l'allarme proprio il portavoce dei gruppi di Fi, Giorgio Mulè. «Deve nascere per forza un soggetto nuovo- dice a Libero-, si chiami L'Altra Italia o in un altro modo, entro fine estate, assolutamente prima delle elezioni Europee. Sennò non facciamo in tempo, politicamente, a mangiare il panettone». Sottolinea che Fi «deve avere la forza di cambiare senza rinnegarsi», perché «la narrazione ci sfavorisce, ci fa apparire vecchi, con Salvini che è in tutte le tv e sui social a dettare l'agenda politica, con Di Maio che gli corre dietro forsennatamente». Quando si smaschererà il «bluff» dei 5S, la coalizione Lega-Fi-Fdi dovrà tornare in campo compatta, perché «il centrodestra funziona se è unito», ma senza partito unico.

Su immigrati e rom Fi appoggia la stretta impressa da Salvini, pur non condividendone i toni, ma incalza il governo sui temi del lavoro. Chiede al ministro Luigi Di Maio di riparare all'errore fatto con l'eliminazione dei voucher, come dice Anna Maria Bernini, capogruppo di FI al Senato.

Un provvedimento sbagliato, sottolinea su Twitter l'omologa alla Camera Mariastella Gelmini, che in un anno ha fatto perdere «500mila occasioni di lavoro».

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