Politica estera

Biden allunga il muro Usa (e Trump vuole le scuse)

Via libera ad altri 32 chilometri al confine col Messico: aggirate 26 leggi federali. Il tycoon: "Avevo ragione io"

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Alla fine, il muro di Donald Trump è diventato pure il muro di Joe Biden. La costruzione della barriera al confine con il Messico per tentare di arginare il flusso di migranti verso gli Usa è stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del 2016 del tycoon e del suo primo mandato alla Casa Bianca. Il pugno duro sui clandestini gli ha attirato per anni durissime critiche da parte dei democratici, ma ora l'attuale presidente americano fa marcia indietro e rilancia il muro del suo avversario. Il dipartimento di Sicurezza Interna ha deciso di rinunciare a 26 leggi federali (alcune in materia ambientale) per costruire altri 32 km di barriera nella valle del Rio Grande, in Texas, usando fondi ad hoc già stanziati dall'amministrazione Trump nel 2019. E The Donald, ovviamente, esulta. «È davvero interessante vedere Biden dover infrangere ogni regola ambientalista per dimostrare che avevo ragione quando ho costruito 900 km di muro al confine» con il Messico, scrive su Truth. «Chissà se si scuserà con me e con l'America».

Biden ha spiegato che non poteva opporsi all'uso di fondi già stanziati ad hoc per un altro tratto di barriera. «Ho cercato di convincerli a reindirizzare quei soldi. Non lo hanno fatto. Non lo faranno - ha detto il presidente - Nel frattempo, non si può fare altro, secondo la legge, se non usare i soldi per lo scopo per cui sono stati stanziati. Non posso fermarlo».

È chiaro che quello dell'immigrazione è un dossier particolarmente ostico per il comandante in capo, che in questi anni si è attirato numerose critiche (insieme alla vice Kamala Harris) per come ha gestito l'emergenza, anche perché dal suo arrivo alla Casa Bianca le autorità di frontiera hanno registrato un numero record di arresti. La nuova mossa ha già sollevato la protesta degli ecologisti, oltre a finire nel mirino della sinistra dem. «I muri non funzionano», attacca l'ex deputato ed ex candidato presidenziale texano Beto O'Rourke: «Biden aveva promesso che non li avrebbe costruiti e ora invece è ancora più difficile per gli elettori distinguere tra lui e Trump su tema confine». Durante la sua presidenza, il tycoon ha dirottato miliardi di fondi per la difesa e l'edilizia militare verso la costruzione del muro e dopo che il Congresso si è rifiutato di finanziare completamente il progetto è stato costretto a utilizzare i poteri di emergenza. Poco dopo essere arrivato al 1600 di Pennsylvania Avenue, Biden ha annullato lo stato di emergenza sul confine meridionale e in seguito ha tagliato i progetti per costruire la barriera. L'attuale amministrazione ha mantenuto un approccio cauto sulla sicurezza delle frontiere, alimentando critiche da entrambi gli schieramenti. Ora, con un clamoroso cambio di rotta, il segretario alla Sicurezza Interna di Biden, Alejandro Mayorkas, invoca un'azione «immediata», sottolineando che «c'è l'immediato bisogno di erigere barriere fisiche per prevenire l'ingresso illegale dei migranti».

Questa settimana una task force governativa è in Messico per affrontare l'emergenza nei colloqui annuali sulla sicurezza. Vi fanno parte il segretario di stato Antony Blinken, il ministro della Giustizia Merrick Garland e la consigliera per la Sicurezza Interna Liz Sherwood-Randall. «Le nostre sfide condivise richiedono soluzioni condivise», sottolinea Blinken da Città del Messico.

Anche il sindaco di New York Eric Adams ha iniziato un tour tra Messico, Colombia ed Ecuador per scoraggiare nuovi viaggi: la Grande Mela, città santuario dei migranti, da mesi è travolta da un'ondata di arrivi (quasi 120mila dalla primavera del 2022) e Adams ha avvertito: «Siamo al limite delle capacità».

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