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Da Biella a Salerno, solo posti in piedi. Mancano ancora 2 milioni di banchi

I presidi: "Consegne a rilento, siamo fuori dai tempi stabiliti" Penalizzato il lavoro degli insegnanti di sostegno. L'ira di Fi

Da Biella a Salerno,  solo posti in piedi. Mancano ancora 2 milioni di banchi

Arrivano con il contagocce. E il nuovo anno scolastico, già funestato dal Covid, rischia di partire zoppo in molte località. I nuovi banchi, con o senza rotelle, sono il primo rompicapo per insegnanti e ragazzi che, fra false partenze e ritardi, vorrebbero solo uno spicchio di routine. Ma i numeri sono impietosi e danno le dimensioni di un disagio generale, da Nord a Sud. Solo 200mila pezzi sono già stati consegnati, più di due milioni dovrebbero arrivare nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. Insomma, siamo ancora all'inizio o poco più e il grosso del lavoro resta da fare. Possibile? Il Commissario Domenico Arcuri rassicura ma è chiaro che le previsioni non sono state rispettate. E Antonello Giannelli, presidente dell'associazione nazionale presidi, lancia l'allarme: «Stiamo procedendo a rilento. Siamo fuori dai tempi stabiliti e dobbiamo accelerare». Intanto i paradossi, imbarazzanti, si sprecano.

Ad Agropoli, in provincia di Salerno, i professori del liceo scientifico Alfonso Gatto si sono rimboccati le maniche e hanno sgomberato tutte le aule, portando fuori i vecchi banchi biposto, ormai archeologia preCovid. La Protezione civile aveva garantito che fra il 14 e il 18 settembre, dieci giorni prima del rientro previsto in Campania per il 28, sarebbero arrivate le nuove dotazioni, in linea con le prescrizioni antipandemia.

Invece, dopo lunga attesa una comunicazione ha lasciato esterrefatto il corpo docente: «La Protezione civile - spiega il dirigente scolastico Anna Vassallo - ci ha informato che non ci sarebbe stata nessuna consegna perché le date indicate dal Ministero erano errate». Piccolo particolare: ci sono 1300 giovani da far sedere, ma in questo momento l'unica soluzione è il tutti giù per terra della nostra infanzia. Milletrecento studenti non sanno dove accomodarsi, i professori sono amareggiati, nessuno sa interpretare il futuro. Ma certo, queste situazioni mortificano tutto il sistema, già ingarbugliato dalle prescrizioni per fermare il contagio.

Altre situazioni non proprio virtuose a Biella, in Piemonte. Qui il problema sono gli spazi troppo piccoli e c'è il rischio che venga penalizzato il lavoro degli insegnanti di sostegno. «Alle elementari - spiega Emanuela Verzella, dirigente dell'istituto comprensivo Biella 3 - servono banchi più piccoli per classi al limite della capienza».

Rispettare le regole è un gioco di prestigio che si risolve, almeno per il momento, con soluzioni all'italiana: «In alcune aule - prosegue Verzella - non può entrare il docente di sostegno senza superare il limite, quindi ci siamo organizzati con gruppi di lavoro esterni alla classe». Dove? Si presume in corridoio, sperando che il provvisorio non diventi definitivo. «Banchi a rotelle sì - ironizza Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia - docenti di sostegno per i disabili no».

Le cartoline dell'Italia che non ingrana si susseguono lungo lo stivale. A Boscoreale, sempre in Campania, il calendario si veste di antico: l'anno comincerà il 1 ottobre per permettere un adeguamento logistico degli edifici, con la redistribuzione dei banchi e degli spazi didattici. «La misura è colma», tuona Valentina Aprea di Fi.

Il governo minimizza, ma la normalità sembra ancora lontana.

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