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Bimbi travestiti da bambine: leggete il documento choc che regola il gioco del gender

Pubblichiamo in anteprima le linee guida e le schede dei giochi finanziati dal Comune di Trieste: negli asili i bimbi invitati a toccarsi e a travestirsi

Bimbi travestiti da bambine: leggete il documento choc che regola il gioco del gender

Il gioco del "gender" finanziato dal Comune di Trieste vuole cambiare la cultura di genere, i bambini dovrebbero giocare con le bambole, le femminucce alla guerra oltre a toccarsi per capire che le sensazioni sono uguali e nominare i genitali. Non solo: le maestre ed i piccoli si travestono da uomo e da donna. Il sito del Giornale pubblica in anteprima le linee guida e le schede dei giochi, previste, ma non ancora attuate da 19 scuole d’infanzia triestine. Così i lettori potranno farsi un’opinione senza filtri e commentare il discusso progetto.

Oggi alle 17 genitori ed organizzatori del “gioco del rispetto” si incontrano all’asilo triestino i Cuccioli. Il primo ad aver aderito all’iniziativa provocando la denuncia di un papà, che ha sollevato il caso. “Dopo aver letto le linee guida e partecipato ai corsi di formazione abbiamo deciso di fare, eventualmente e con il consenso dei genitori due soli giochi, il memory dei mestieri e la fiaba Red and blue, che ci sembrano rispecchiare la nostra impostazione con i bambini. Gli altri no, neppure in futuro” dichiara a il Giornale, Caia Venier, la coordinatrice della scuola d’infanzia.

Una scelta oculata tenendo conto dei contenuti del manuale e delle schede di diversi giochi. Gli organizzatori spiegano nelle linee guida che la scuola dovrebbe assumersi “un ruolo attivo e trasformativo della cultura anche di genere”. Una specie di nuovo ’68 sul tema delicato della figura e ruolo di uomo e donna, che parte dai bambini di tre anni. Alcuni passaggi fanno pensare quasi ad un lavaggio del cervello dei più piccoli: “E’ di fondamentale importanza intervenire a livello preventivo sugli aspetti culturali ed educativi che tendono a creare stereotipi di genere”. Secondo l’Associazione Goap, partner dell’iniziativa, tutti i mali vengono della cultura patriarcale, che bisogna cambiare “agendo precocemente sulle nuove generazioni offrendo loro modelli più egualitari e liberi dagli stereotipi di genere”.

Nel mirino la naturale predisposizione delle bambine a giocare con le bambole ed i bambini con fucili e pistole. Secondo gli organizzatori del gioco “è molto importante che l’insegnante si ponga quale figura contro-stereotipica per bambini/e e che permetta loro di mettere da parte le cosiddette “differenze di genere”, spesso frutto di costruzioni sociali piuttosto che di differenze reali, per promuovere (…) una nuova visione del maschile e del femminile”.

Il cavallo di battaglia è il “gender transformative” dell’Organizzazione mondiale della sanità, che non vuol dire cambio di sesso, ma assieme a linee guida europee rischia di stravolgere cultura, valori e tradizioni legati alla famiglia e alla figura naturale dell’uomo e della donna.

Alcune proposte di giochi per i bambini dell’asilo sembrano innocenti, ma altre, leggendole da genitore comune, possono sollevare pesanti perplessità e far suonare un campanello d’allarme sull’impatto in asilo.

Il gioco “Ristrutturare, rinominare, rigiocare” per piccoli dai 3 ai 6 anni si pone come obiettivo di “”spezzare” l’idea che la casa sia per le bambine, il castello per i bambini, ecc. (…)”. Su un cartello “saranno raffigurati sia un maschio che una femmina con una bambola in braccio”. In un altro gioco viene chiesto ai più piccoli “Perchè ai maschi piacciono questi giochi e alle femmine altri? Se anche le femmine provassero a fare giochi da maschi e viceversa cosa succederebbe?”.

Il “Momento magico, storie per mettere in discussione il genere” è dedicato ai bambini di 5/6 anni. I maschi sono raffigurati in un castello blu dove “devono giocare a calcio o alla lotta” come se fosse imposto. Le femmine in un castello rosa costrette da un incantesimo “ a prendersi cura tutto il giorno delle bambole”. L’insegnante/folletto dotata di poteri magici rompe gli incantesimi “per trasformare i giochi che solitamente fanno bambini e bambine”.

Un’altra scheda del progetto si intitola “Anche la maestra si traveste” interpretando “il/la meccanico/a, il/lamedico/a, l’infemiere/a, ecc.”.. I travestimenti, “anche con vestiti normali, da maschio e femmina” sono il pezzo forte del gioco “Se fossi” per piccoli da 3-6 anni. L’evoluzione proposta, che lascia più che perplessi alcune mamme e papà, riguarda “lo scambio di ruoli tra tutti i componenti della scuola: i bambini con le bambine /scambiandosi i vestiti laddove è possibile e imitandosi), la maestra con i bambini e viceversa”. L’idea è coinvolgere pure cuochi, bidelli e genitori in una specie di Carnevale no gender.

Un altro gioco scottante è “Se io fossi te: un po’ diversi un po’ uguali, l’importante è che siamo pari”. Ai bambini di 5/6 anni con esercizi fisici e rilassamento viene fatto notare che le sensazioni e le percezioni “sono uguali per i corpi dei maschi e per i corpi delle femmine”. Lo sdoganamento del gioco del dottore prende forma con “i bambini/e (che) possono esplorare i corpi dei loro compagni/e (utilizzare uno stetoscopio se si riesce a reperirlo), ascoltare il battito del cuore a vicenda…”. La descrizione del gioco aggiunge che “ovviamente i bambini/e possono riconoscere che ci sono delle differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell’area genitale”. Per questo bisogna “nominare senza timore i genitali maschili e femminili”. Come insegnamento all’asilo non è male.

Uno degli ultimi giochi si intitola “Le mamme e i papà”. Seduti in cerchio bambini di 5/6 anni parlano di cosa fanno gli adulti a casa.

Attraverso una tabella si indica se mamma o papà lava i piatti, stende i panni, cucina, legge il giornale, telefona e così via. Alla fine l’insegnante apre il dibattito ed invita i piccoli “ad immaginare il mondo al contrario: che effetto potrebbe fare?”

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