Cronache

Blitz nel campo rom. Preso per ricettazione il papà del baby rapper

C'è anche il padre di 500Tony tra i 6 uomini in manette nell'operazione dei carabinieri

Blitz nel campo rom. Preso per ricettazione il papà del baby rapper

Milano - «Non è bello un clan, tu non hai un clan». Così il padre, sorridendo, riprendeva bonariamente il figlio davanti alle telecamere che due giorni dopo l'articolo del Giornale sono entrate nel campo di via Bonfadini per intervistare il baby rapper che col suo video musicale ha superato il milione e mezzo di visualizzazioni su you tube.

Adesso quel padre sarebbe stato arrestato nell'ambito di una maxi operazione con quasi cento uomini a Milano. Al centro del blitz il campo nomadi, definito dagli inquirenti come la base di un'associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e formata da sinti italiani di origine abruzzese. I carabinieri si fermano a un rigoroso «no comment», senza smentire il legame di parentela fra il ragazzino e uno dei sei arrestati. Sono i politici a darne notizia: «Tra gli arrestati anche il padre del giovanissimo rapper» ha dichiarato ieri Federica Zanella, la deputata di Forza Italia che a marzo è stata eletta col centrodestra proprio nel collegio uninominale che comprende via Bonfadini, Rogoredo e una delle periferie più critiche di Milano.

«Tu non hai un clan» diceva quindi il papà, mentre il ragazzino, dopo aver mostrato orgoglioso lo studio di registrazione interno al campo, all'inviato tv rispondeva che sì, lui faceva parte di un clan «fra bambini». E suscita in effetti più tenerezza che altro un bambino che in età da scuola elementare recita versi del genere: «Sono pigro, sono fatto, perché mi fumano accanto». «A scuola non ci vado, forse non hai capito. Sono il prossimo capo, forse non hai capito». «Se entri al campo e ne esci intatto, vatti a comprare un santino». Messaggi negativi, poi ridimensionati dallo stesso baby rapper, che in tv ha spiegato il tutto come l'interpretazione di una sorta di copione previsto dal «gangsta rap», il genere nato per raccontare le gesta di piccole bande di strada: «Ci vado - ha detto - non è vero che a scuola non ci vado, a scuola vado tutti i giorni».

Non tutti hanno dato credito a questa versione della finzione, a questa distinzione fra il bambino e l'artista. Al centro di tutto, ovviamente, c'è la discussa realtà del campo nomadi: «La mentalità imperante in questo pezzo di Milano che non sembra Milano - aveva detto il presidente del Consigli municipale Oscar Strano - è quella del clan che detta legge. Si sentono padroni e l'impunità rafforza questa idea, questo modello che si tramanda ai figli». Dopo l'articolo, la presidente di Fdi Giorgia Meloni aveva chiesto di verificare la situazione del campo ed eventualmente di intervenire.

«Spero che si faccia qualcosa per i bambini che vi abitano, spesso abbandonati a se stessi» ha detto ieri, dopo il blitz, il vice capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico.

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